Il Trentino fa miracoli anche con la crisi ( 3%). Il segreto? Una tutela che «libera» il territorio Luca Liverani Avvenire 10/11/2012
Sorpresa. Nell'anno in cui la crisi morde più forte, il turismo in Trentino continua a far registrare valori positivi, con una crescita del 3% circa, che di questi tempi vale oro. Specie per un territorio che ricava dal settore il 15% del suo Pil — il doppio contando l'indotto — per un fatturato annuo di 3 miliardi di euro. Nessuna formula magica, dietro a questo successo. Piuttosto un "modello Trentino" che meriterebbe di essere esportato a livello nazionale, fatto di investimenti continuo sulle strutture ricettive, tutela del territorio e ricerca di nuovi mercati, con i turisti dell'Est che hanno compensato la lieve flessione degli italiani. I dati di questo piccolo miracolo arrivano dal convegno organizzato a Riva del Garda da Trentino Marketing. E Tiziano Mellarini, assessore al Turismo della provincia di Trento, a rivelare che «nel periodo maggio-agosto abbiamo registrato risultati in controtendenza con un aumento del 3,2% degli arrivi e del 2,8% delle presenze. E anche settembre è stato positivo. Un risultato dell'autogoverno del territorio che guarda sempre più all'Europa per la promozione turistica, ma che vuole continuare a essere compartecipe dello sviluppo del turismo in Italia». Una «industria» che in Trentino fattura 4,8 milioni di arrivi annui per 30 milioni di giornate di presenza. Buona parte del merito va alle Dolomiti, certo, dal 2009 dichiarate dall'Unesco patrimonio dell'umanità. La bellezza del territorio tuttavia non basta, come dimostrano purtroppo altre regioni italiane. Qui l'ambiente è tutelato sul serio: tre parchi (Stelvio, Adamello-Brenta, Paneveggio-Pale di S.Martino), 150 aree protette, 4 reti di riserve gestite dai comuni stessi. Quasi un terzo del territorio, con l'80% dei comuni, è interessato da almeno un'area protetta. Ma la natura non sta chiusa sotto vetro: nelle aree protette si cammina, si pedala, si va a cavallo, si scia, si coltiva, si lavora e persino si caccia. Un territorio così tutelato per produrre Pil ha però bisogno di investimenti. L'economista dell'Università di Trento, Umberto Martini, esperto di marketing del turismo, indica tre parole chiave: «Qualità, internazionalizzazione, attenzione ai trend». In questi 20 anni, dice Martini, «moltissimi alberghi hanno affrontato ristrutturazioni, quelli a 1 o 2 stelle si sono dimezzati, quelli a 3 sono raddoppiati. Il numero di stanze è stato ridotto a vantaggio dello spazio». E se le vacanze si «accorciano», aumentano gli arrivi.
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