NAPOLI - Primo ostacolo per Coppa America. Avviso della soprintendenza: i “baffi” della scogliera vanno tolti TIZIANA COZZI ROBERTO FUCCILLO MERCOLEDÌ, 14 NOVEMBRE 2012 LA REPUBBLICA Napoli
NEMMENO un giorno di gloria, e la Coppa America riguadagnata da Napoli per aprile 2013, è già sotto il diktat della soprintendenza ai Beni architettonici. I “baffi” della scogliera andavano rimossi cinque mesi fa, invece sono ancora lì. «Vanno eliminati subito — avverte il soprintendente Giorgio Cozzolino — Ho scritto, sollecitato, mandato note al Comune. L’ultima alla fine di ottobre, ma non ho avuto ancora nessuna risposta». Già il suo predecessore Stefano Gizzi aveva insistito sulla tutela del vincolo di rispetto assegnato a quel punto preciso di via Caracciolo. Condizione che obbliga alla rimozione. «Ne abbiamo parlato con i vertici di Palazzo San Giacomo ma la risposta è sempre la stessa — prosegue Cozzolino — stanno completando gli studi meteomarini. So che non è facile, ma devono portare a termine in tempi brevi gli studi e procedere a stretto giro. Non potrò dare assenso ad un altro intervento in deroga ai vincoli. Me lo impedisce la legge, si tratta di tutela indiretta. In quel tratto non è possibile nemmeno costruire una scogliera soffolta, sono interventi a difesa della costa. È questa la nostra posizione, non ci sono altre possibilità». Gli organizzatori speravano nella possibilità di rimuovere le «aggiunte» dopo le regate di aprile 2013. Invece, il rischio è che dovranno sborsare altri soldi per la rimozione. «Per ora attendiamo ancora — conclude Cozzolino — ma presto prenderò provvedimenti. Sono abituato ad agire in collaborazione con le istituzioni in prima istanza. Ma ora siamo in uno stato di evidente trasgressione delle regole». Al conflitto con la sovrintendenza si aggiunge quello con Venezia e il Veneto. Il governatore leghista Luca Zaia annuncia che assisterà il suo Comune capoluogo in eventuali azioni legali. Il suo assessore al Bilancio, Rober- to Ciambetti, si chiede: «Non so dove il Comune di Napoli e la Regione Campania riescano a trovare i soldi per la Coppa America ». Tiene il punto il presidente campano, Stefano Caldoro: «Gli organizzatori hanno guardato ai numeri di Napoli: 500mila persone che hanno partecipato direttamente all’evento, più tutti i contatti televisivi». L’evento, come è noto, è stato acquistato dalla statunitense Acea per 4,2 milioni, quota già prevista in sede di primo contratto. Dunque la Acn, la società nostrana che gestisce le manifestazioni, nega qualsiasi aumento di prezzo. Due milioni (metà la Regione, metà il Comune) sono stati già versati da Acn. Ma la quota comunale è «promessa» sul bilancio 2013. «Al momento non si potrebbe muovere paglia», nota Domenico Palmieri del gruppo “Liberi per Napoli”, alludendo alla impossibilità di spesa per il Comune dettato da patti di stabilità e predissesti vari. Il Comune peraltro dovrà coprire altri 3-400 milioni, nell’ambito della divisione degli ulteriori 2,2 milioni alla Acea: 1,2 milioni verranno dalla Camera di commercio, il resto a metà da Comune e Regione. Infine ci saranno i 5 milioni di opere garantiti dalla Regione coi fondi europei. Sul piatto c’è anche la richiesta del presidente della Camera di commercio, Maurizio Maddaloni: «Noi ci impegniamo, ma non siamo Babbo Natale. È necessaria una modifica dello Statuto di Acn, entro fine anno, che cambi obiettivi e partecipazione azionaria, al fine di portare Acn oltre la Coppa America e proiettarla sulla gestione dei grandi eventi». Per aprile però ha fiducia: «Stavolta siamo partiti in tempo. Saranno anche negoziati meglio i diritti televisivi. Ci sono i presupposti per un grande rientro economico per la città». Scettico il grande oppositore, Gianni Lettieri: «Con la città che crolla, resto sempre più perplesso, sia sulle scelte del Comune che sull’impegno della Regione a utilizzare fondi per cose così effimere».
|