SPARITI 19 MILIONI, AI DOMICILIARI L’IMPRENDITORE CHE VINSE L’APPALTO di Giuseppe Lo Bianco "Il Fatto Quotidiano", 29 nov. 2012
Sicilia, come derubare il turismo
Palermo. Diciannove milioni di euro spariti nel nulla, altri 14 restituiti con ritardo alle casse regionali: alla fine di un’indagine durata tre anni, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno scoperto un’altra clamorosa voragine nei bilanci della Sicilia bloccando agli arresti domiciliari l’imprenditore Gaetano Mercadante di 51 anni, fermato ieri mattina nella sua casa di Bracciano, in provincia di Roma, perquisita dalle Fiamme Gialle. Titolare di tre società, le Associazioni Temporanee di Impresa (A.T.I.) Novamusa Valdemone, Val di Mazara e Val di Noto di cui era legale rappresentante in Sicilia, Mercadante è accusato di peculato per essersi appropriato di 19 milioni di euro provenienti dagli incassi del turismo culturale e archeologico nell’isola. Dalla Valle dei Templi di Agrigento al teatro antico di Taormina, al complesso Neapolis di Siracusa, la Sicilia d’arte incassa dai 10 ai 15 milioni di euro l’anno dai tre milioni e mezzo di turisti che visitano siti archeologici e musei tra i più belli del mondo: dal 2003 le società di Mercadante avevano ottenuto in concessione dall’assessorato ai beni culturali la gestione e lo sbigliettamento di siti e musei in cambio di una percentuale sugli incassi del 10 per cento. Il restante 90 per cento doveva essere versato nelle casse regionali e, in misura minore, anche in quelle dei comuni in cui ricadevano i siti. Ma fin dal primo anno l’imprenditore aveva trattenuto una sostanziosa parte del denaro spiegando di avere sostenuto ingenti spese per dotare i siti di infrastrutture cui la regione non aveva mai provveduto: bookshop, servizi di caffetteria e ristorazione che avrebbero dovuto rendere remunerativa l’operazione. Ne era nato un contenzioso durato anni, ma nonostante l’allora dirigente dell’assessorato avesse segnalato l’anomalia della gestione suggerendo la rescissione della concessione, l’assessore del governo Cuffaro, Antonello Antinoro, non ha mai revocato l’appalto. Fino a quando, nel 2008, la procura della corte dei conti aveva inviato la Guardia di Finanza a passare ai raggi X i bilanci delle società di Mercadante. Già gestore in Puglia di analoghe attività, l’imprenditore in Sicilia aveva stretto una solida alleanza con due vip dell’imprenditoria isolana, il gruppo Franza e la Domenico Sanfilippo dell’editore Mario Ciancio, entrambi associati con lui nelle attività di Novamusa. E ieri in Sicilia è finito in carcere un altro amministratore di denaro pubblico: è Mario De Felice, ex assessore della giunta catanese guidata da Umberto Scapagnini. È accusato di bancarotta fraudolenta per avere creato un buco di 11 milioni nella sua società La Celere di vigilanza privata trasferendo beni a favore dei suoi familiari tra cui la moglie, finita agli arresti domiciliari. Insieme ad altri 27 ex amministratori di Catania, tra cui il sindaco Scapagnini, De Felice è indagato dalla Procura di Catania anche per il buco milionario nel bilancio del comune etneo.
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