SICILIA - Sembra che la biblioteca civica Ursino Recupero non sia di nessuno. Pinella Leocata LA SICILIA Giovedì 10 Gennaio 2013
Sembra che la biblioteca civica Ursino Recupero non sia di nessuno. Il sindaco esordisce puntualizzando che la direttrice non è una dipendente del Comune e di non essere stato messo a conoscenza della drammatica situazione in cui versa uno dei centri culturali più importanti di Catania. «La Ursino Recupero - esordisce - è un ente autonomo e il sindaco è solo il presidente del suo consiglio di amministrazione del quale fanno parte anche l'Università, la Sovrintendenza e gli eredi Ursino. Perché non si chiede anche a loro di provvedere alla gestione della biblioteca? Perché non sono considerati anche loro responsabili dell'attuale stato di cose? Il Comune è tenuto a dare un contributo e da tempo, su mia disposizione, versa 20.000 euro al mese per ripianare il notevole debito fatto dalle precedenti amministrazioni».
Come dire: l'amministrazione fa già la propria parte. Ma le cose non stanno così. Innanzitutto perché la Biblioteca è sì un ente morale autonomo, ma a totale carico del Comune, come è specificato negli articoli 5 e 10 dello Statuto. Tant'è che, negli ultimi anni, il Comune ha stanziato in bilancio 344.000 euro l'anno che, però, non ha erogato se non in minima parte per cominciare a ripianare i debiti che ammontano alla notevole somma di 1.527.000 euro. Le altre istituzioni presenti nel cda, invece, Università e Sovrintendenza, e così gli eredi Ursino, ovviamente possono donare fondi e assicurare liberalità, ma non hanno alcun obbligo di farlo. Tant'è che non lo fanno, altrimenti non si sarebbe arrivati all'assurdo di una biblioteca di tale importanza gestita da un solo dipendente, peraltro da 9 mesi senza stipendio: la direttrice-factotum. Va detto che la Sovrintendenza ha elaborato il progetto di recupero della Sala Vaccarini, che sarà avviato a giorni, e ha trovato i fondi comunitari per sostenerlo, e che il delegato del sindaco, Salvo Fleres, ha attivato risorse per 700.000 euro per rendere agibile l'appartamento di via Gallo lasciato in dotazione dell'ente morale dal barone Ursino, ma alla gestione della biblioteca deve provvedere il Comune con propri fondi. E qui si ritorna al problema di partenza. L'amministrazione, nonostante le disposizioni del sindaco - che nel dicembre scorso ha stanziato 30.000 euro per la biblioteca - non ha garantito l'erogazione costante dei 20.000 euro mensili. E questo crea ulteriori disagi. Il segretario generale del Comune, che è uno dei componenti del Cda, aveva cercato di trovare una soluzione almeno per la pulizia della Ursino Recupero distaccando a questo fine uno o più dipendenti comunali, ma l'Avvocatura ha dichiarato che, poiché la Biblioteca non è del Comune, questa soluzione non è percorribile perché si configurerebbe come danno erariale. Le gabbie della burocrazia. A questo punto, dal momento che la sede della Ursino Recupero è del Comune, Gaspare Nicotri ha individuato un'altra possibile strada, quella di ricorrere agli addetti della Multiservizi. E ieri il sindaco ne ha disposto l'immediata attuazione dicendosi pronto, «se il Cda della biblioteca ne farà richiesta, a valutare anche ulteriori modi di sostegno». Resta la questione di fondo: può un'istituzione quale la Biblioteca Ursino Recupero vivere precariamente delle elargizioni fatte di volta in volta?
10/01/2013
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