ROMA - Colosseo «a rischio», stop alla recinzione Maria Egra Raschietti Corriere della Sera ediz. Roma, mercoledì 23 gennaio 2013
Il Colosseo è sempre più terreno di scontro fra Campidoglio e Soprintendenza archeologica: dopo la telefonata del sindaco Gianni Alemanno al ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi per chiedere ulteriori verifiche sulla «zona rossa», si attende il ritorno di Antonia Pasqua Recchia in missione negli Usa Sarà il segretario generale del Mibac a coordinare il tavolo sulle misure più idonee da adottare per proteggere romani e turisti dalla caduta dei frammenti di travertino. Per ora la rete di protezione non si metterà. E a occuparsi della questione sarà l'ufficio Sicurezza del patrimonio culturale. La soprintendente Mariarosaria Barbera si è detta «amareggiata per le accuse di allarmismo e di ricorrere a consulenze private» - la reazione pubblica alla «sfiducia» di Alemanno - ma, sussurrano al Collegio Romano, sarebbe ancora più rammaricata per il silenzio di Ornaghi: «Il ministro non le ha espresso solidarietà - riferiscono i bene informati - . Evidentemente la tutela è stata sbugiardata dalla politica». L'ufficio stampa del Mibac si sfila e precisa: «Nessuna sconfessione, si tratta di un passaggio lineare dell'iter amministrativo. La strada è quella di analisi più accurate: la fascia di rispetto va bene, ma bisogna capire qual è la soluzione migliore». Quanto alla notizia di nuovi crolli, arriva la smentita: «Nessun cedimento o distaccamento». Concetto ribadito dal sovrintendente comunale: «I due pezzi di tufo ritrovati l'altro ieri - sostiene Umberto Broccoli - potrebbero essere dovuti al cantiere e sono identici a un grande blocco che si trova lì». Sulla querelle interviene anche Federica Galloni: «L'approfondimento è opportuno per valutare misure alternative alla fascia - ragiona la responsabile della Direzione generale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio - perché così impatta molto sulla viabilità. Per ora si tratta di una simulazione, forse un po' troppo prudente, ma con i nuovi studi magari si otterranno risultati diversi». Le ripercussioni sulla città preoccupano Alemanno: «Ho telefonato a Orna-ghi - spiega il sindaco - perché se la Soprintendenza dichiara che c'è un pericolo dobbiamo sapere se interessa anche i visitatori del Colosseo e, dunque, se serve un'operazione per la sicurezza non solo fuori ma anche dentro. Ho chiesto un approfondimento ai massimi livelli tecnici». L'intenzione è che a stabilirlo non siano consulenti privati ma gli esperti degli «edifici a rischio» del Mibac. Proprio ieri Alemanno ha anche twittato polemicamente con il candidato sindaco Alfio Marchini che aveva scritto: «Il *** Comune lanci un grande concorso di idee internazionale per valorizzare il monumento e le aree adiacenti». Nel frattempo, il Colosseo continua a perdere pezzi: «Non posso essere io a dire quanto sia fragile - insiste il sindaco - serve uno studio serio. La soluzione radicale e definitiva è il restauro per il quale mi batto da due anni, dopo aver trovato le risorse private, ma per i contenziosi infiniti al Tar sembra non arrivare mai». Fra un mese si aggiungerà il problema dei cantieri della metro C: «Il progetto di pedonalizzazione proposto da Legambiente è irrealizzabile senza interventi strutturali: si rischia di isolare l'Esquilino - sostiene Alemanno - . L'Agenzia per la mobilità ha svolto uno studio: per deviare il traffico servirebbe un ampliamento su via Nicola Salvi che, oltre a essere un costo per l'amministrazione, è stato bocciato dalla Soprintendenza». Con Barbera, insomma, totale disaccordo? «Le sue decisioni - spiega il sindaco - incidono su punti nevralgici della città, dal tram 8 in via delle Botteghe Oscure al buco a piazza Venezia ed è così per il Colosseo: 15 o io metri di fascia cambiano moltissimo per il traffico». |