SICILIA - COMISO - Pezzi di storia sotto terra LA SICILIA Lunedì 04 Marzo 2013 Ragusa
Inizia questa settimana la campagna di scavi per riportare alla luce un ipogeo scoperto per caso
lucia fava Comiso. Inizia questa settimana la campagna di scavi nei pressi dell'aeroporto di Comiso. Un anno fa, il rinvenimento di un ipogeo di epoca classica, risalente al V secolo A. C. con all'interno alcuni vasi funebri di pregevole fattura che sono custoditi presso la Sovrintendenza ai Beni culturali, in attesa di una loro collocazione. Adesso parte la fase due, quella in cui bisogna scavare per verificare se nelle vicinanze si trovino altre tombe. La scoperta, assolutamente fortuita, è avvenuta durante le fasi di realizzazione della bretella di collegamento tra la ss 115 e la ss 514 ad opera della provincia regionale di Ragusa. La normativa vigente prevede che, prima della partenza dei lavori di qualsiasi progetto, si effettui una verifica preventiva dell'interesse archeologico del sito. La Sovrintendenza, di concerto con l'ente di Viale del Fante, ha avviato, dunque, le verifiche, avvalendosi della presenza di un archeologo, la dottoressa Laura Diara. Che l'area in oggetto potesse essere foriera di importanti rivelazioni archeologiche, tra l'altro, era supportato da dati storici. "Biagio Pace - spiega l'archeologo Saverio Scerra, della sezione Beni Culturali della Sovrintendenza - in quest'area aveva trovato gruppi isolati di tombe che afferivano, probabilmente, a degli insediamenti agricoli sparsi qua e la nella piana di Comiso. Quali fossero i rapporti tra questi insediamenti agricoli e Kamarina, ovviamente lo stabiliremo solo successivamente. Il sito di DianaeFons, probabilmente, era al centro di una percorribilità antica, tant'è vero che è citato nella tabula Peutingeriana, che è una delle più antiche mappe stradali dell'antichità". Il dott. Scerra ricorda molto bene il giorno dei ritrovamenti. "Quella mattina del 22 febbraio dell'anno scorso - racconta Saverio Scerra - mi trovavo a Ispica quando mi è arrivata la telefonata della dottoressa Diara perché avevano toccato qualcosa di molto consistente. Si vedevano delle lastre. Ho fatto bloccare i lavori e mi sono precipitato a Comiso. Era l'ultimo giorno del cantiere di archeologia preventiva. Abbiamo aperto questa sepoltura e, dopo una giornata intera di lavori, abbiamo trovato i reperti che sono stati consegnati ai carabinieri. La tomba è quella di un greco o di una greca, perché si tratta di vasi funebri di fattura attica, in ceramica, risalenti al primo 25ennio del V secolo a. C. L'area è stata munita di un'illuminazione a giorno. La fase uno si è fermata lì. Adesso, dopo un anno, siamo alla fase B, nel senso che stiamo andando a vedere cosa di altro ci sia, sperando che, nel frattempo, non ci siano stati interventi clandestini nell'area". La preoccupazione, forte, è che il sito possa essere stato "visitato" dai tombaroli. "L'ultimo controllo - aggiunge Scerra - l'ho fatto qualche tempo fa, sorvolando l'area con l'elicottero dei carabinieri. Ovviamente noi non abbiamo le forze per poter stare lì ma è chiaro che dal punto di vista tecnico, dei controlli, ci aspetta proprio un brutto periodo. Ma siamo disposti a tutto per tutelare l'area, anche a stare là notte e giorno".
04/03/2013
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