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ROMA - Quelle sfolgoranti carrozze dei re
Fabio Isman
Domenica 28 Aprile 2013 IL MESSAGGERO

AL QUIRINALE UN MUSEO SCONOSCIUTO CON LE VETTURE DEI SAVOIA
(E DEI PRINCIPINI) E TANTE CURIOSITÀ

LA STORIA
Quando i Savoia e l’Italia giungono a Roma nel 1870, una tra le prime cose cui pensano sono le carrozze. Non bisogna stupirsene: il mezzo di trasporto, allora, era quello, e la città dei papi ne abbondava. Ogni famiglia nobile le possedeva: sia di lusso, da parata, sia per l’uso quotidiano. Per dirne una, un giovane cronista mondano, che si chiamava Gabriele D’Annunzio, racconta l’11 giugno 1866, sulla Tribuna, l’apertura della Camera: «In fondo al Corso, si vedono luccicare le dorature della prima carrozza di Corte, sormontate dalle parrucche e dagli abiti rossi degli staffieri». Le scuderie del Quirinale non bastavano più: le opere volute da Pio IX nel 1865 per rendere la piazza più confortevole avevano ridotto, e privato degli scaloni «a tenaglia» quelle iniziate nel 1722 da Alessandro Specchi per Innocenzo XIII, e completate da Francesco Fuga nel 1730 per Clemente XII. Così, al Quirinale nasce il Fabbricato Cipolla; lo si vede ancora: è quello, immenso, che sormonta piazza del Lavatore e il tradizionale mercatino di frutta e verdura.
IN ITALIA E ALL’ESTERO
Entrando da via della Dataria, l’edificio dell’architetto Antonio Cipolla, sorto dal 1873 al 1875 a forma di L, è su tre piani. A quello terreno, le rimesse con sei campate, i finimenti, il fienile, la rampa che collega con i giardini. Sopra, alloggiava il personale: un’aula, centrale, occupa l’intera altezza dell’immobile. In facciata, c’è una testa equina. E’ il fulcro d’un museo aperto nel 2011, visitabile a prenotazione un sabato al mese. Quella al Quirinale è tra le massime collezioni italiane. Qui, vi sono 15 esemplari: alcuni bellissimi, ma in tutto, sono 105, sparsi anche tra Castel Porziano e la Cecchignola. In Italia (racconta lo storico dell’arte Marco Lattanzi, che se ne occupa) vi sono importanti esposizioni: a Firenze, Palazzo Pitti, a Villa Manin, a Piacenza, a Macerata, dove è sorto un nuovo museo. All’estero, le maggiori sono a Lisbona, a Vienna, a Parigi. Le carrozze sono ancora un uso in Svezia e in Inghilterra: quelle della regina hanno i vetri antiproiettile, e l’aria condizionata. Un’importante mostra loro dedicata, aprirà a settembre alla Venaria reale, ex reggia vicino a Torino.
IL BERLINGOTTO
La Rotonda ospita quattro carrozze da parata. Provengono da Torino; la più antica è il Berlingotto del 1789, dipinto in oro, prezioso «coupé» a due posti fabbricato per le nozze di Vittorio Emanuele I; un’altra, detta «degli sposi» perché creata per il matrimonio di Carlo Alberto con Maria Teresa d’Asburgo Lorena, è del 1817; una terza è dipinta con «Le storie dei viaggio di Telemaco»; e la quarta, del 1819, è l’Egiziana, voluta a Carnevale 1819 da Carlo Felice per la moglie Maria Cristina di Borbone, e in seguito, dipinto di nero l’originale avorio, utilizzata per i funerali dei re, anche se intende rappresentare un tempio della dea Iside. Ma, per i bambini, ci sono anche una Berlina di gran gala del 1860-70; e perfino, del 1878, una carrozzella con tre ruote. A Castel Porziano, tra le altre, non mancano una «Hunting break» del 1891, imponente vettura da caccia; e un curioso modello di San Pietroburgo, la «Lineika»: al posto della cabina, ha un lungo divano; un dono di Nicola II, in visita a Racconigi nel 1909: negli archivi, forse perché proveniva dalla Russia, è sempre stata chiamata «Troika».
IL REGICIDIO
A Roma, il re fa costruire carrozze a Carlo Ferretti, tra cui due «vis à vis» in canna d’India intrecciata. Ma molte sono del milanese Cesare Sala: anche una Duc del 1890, che probabilmente è il mezzo su cui Umberto I è ucciso a Monza; «lo dice, in un articolo del 1952, Enrico Boltri: l’ultimo cocchiere di Casa reale che quel giorno la guidava», spiega Lattanzi. Ma il Fabbricato Cipolla ospita anche un piccolo museo. Lo studio del Grande Scudiere è arredato nel 1891: originali le vetrine della Galleria dei Finimenti; c’è un album fotografico del 1885, donato a Umberto I, con tutte le immagini delle sue carrozze. E i finimenti usati da Napoleone nel 1805 per l’ incoronazione a re d’Italia. Si visita un sabato al mese, su prenotazione.

Fabio Isman



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