Beni Culturali: Consiglio di Stato boccia Art 33 Finanziaria ANSA, 15/10/2002 18:19
(ANSA) - ROMA, 15 OTT - Il Consiglio di Stato da' uno stop all'apertura ai privati per la gestione dei Beni culturali, uno dei punti di forza della politica dell'attuale amministrazione, inserito nell'articolo 33 della finanziaria 2002. Con un parere espresso il 26 agosto (dopo una serie di perplessita' gia' espresse il primo luglio), il Consiglio di Stato afferma che il regolamento di attuazione dell'articolo 10 (che contiene il 33 della finanziaria) ''non puo' ritenersi strumento idoneo alla esplicazione della competenza spettante allo Stato, che deve intervenire con legge per dettare i principi fondamentali della materia''. Dunque, per coinvolgere i soggetti privati nella gestione dei musei e dei luoghi d'arte, anche con la creazione di societa' miste, punto cruciale della finanziaria che aveva suscitato un mare di polemiche, un regolamento non e' sufficiente, ci vuole un testo di legge. Questo perche', con la riforma costituzionale che modifica il titolo V della Costituzione (approvata nell'ottobre dello stesso anno con un referendum) in senso federalista, la valorizzazione dei Beni culturali e' diventata appannaggio delle Regioni. Infatti, questo aspetto, si sottolinea nel parere del Consiglio di Stato, e' materia adesso affidata alla 'legislazione concorrente', mentre lo Stato, dopo la riforma costituzionale, deve limitarsi a dettare i principi fondamentali. Le discipline legislativa di dettaglio e di regolamentazione spettano alle Regioni e siccome la gestione dei Beni culturali e' piu' vicina al concetto di valorizzazione che non a quello di tutela, conclude il parere, ''le disposizioni attributive della potesta' regolamentare al ministero per i Beni e le attivita' culturali devono ritenersi venute meno a seguito dell'entrata in vigore del nuovo titolo V della Costituzione'' . Le reazioni politiche a quello che puo' apparentemente sembrare un episodio squisitamente tecnico non si sono fatte attendere. La diessina Giovanna Melandri, intervistata da Kataweb, parla di ''vera e propria bocciatura della politica culturale del ministro Urbani'', il quale, tra l'altro ''continua a fare brutte figure. Dimostra di non sapere che il nuovo titolo V della Costituzione e' in vigore. Ora, se vuole insistere su questa strada, deve presentare un disegno di legge che fissi i principi fondamentali''. E Urbani, sempre sul Kataweb, accetta la sfida. Risponde di essere pronto a riscrivere una nuova legge che permetta la formazione di societa' per azioni a carattere misto, mentre sara' rivisto e modificato l'articolo 33 in modo da definire i monumenti nazionali e quelli regionali, per dividere senza errori le competenze (secondo il parere del Consiglio di Stato il Colosseo sarebbe di interesse della Regione Lazio, gli Uffizi della Regione Toscana e cosi' via). ''Accogliamo i suggerimenti del Consiglio di Stato - conclude il ministro - ma non capiamo come possano essere i monumenti di valore esclusivamente regionale''.(ANSA). XCG |