Lettera aperta al Ministro Urbani - Soprintendenza Archeologica Lazio La Posta della Redazione
Inviare le adesioni a soprlazio@libero.it annalisazarattini@hotmail.com
Onorevole signor Ministro, nei mesi scorsi il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nella sua nuova organizzazione, ha previsto l’ “unificazione” della Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio (competente per le province di Roma, Latina, Rieti e Frosinone) con la Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria meridionale (competente per la provincia di Viterbo ed una porzione di quella di Roma).
Con questa “fusione” si viene a creare una struttura elefantiaca che avrà forti difficoltà nel rispondere tempestivamente alle istanze del territorio, inficiando un rapporto ottimale di collaborazione creato in anni di impegno e di lavoro con gli Enti e le Istituzioni locali, nonché con il singolo cittadino, in contrasto quindi con lo spirito di decentramento per una migliore efficienza che contraddistingue tutta la nuova normativa emanata dal Ministero per la Funzione Pubblica.
Già dal dopoguerra le specificità storiche ed etnoantropologiche di questo ambito geografico, caratterizzato fin dall’antichità da molteplici popoli e culture, avevano comportato l’esigenza di individuare - all’interno dell’unica grande Soprintendenza alle Antichità di Roma - una sezione specifica dedicata al comprensorio laziale (Antichità di Roma I) da cui, nel 1968, traeva origine la Soprintendenza Archeologica del Lazio, al fine “dare una migliore organizzazione alla tutela archeologica della regione del Lazio”.
L’identità specifica di questo Istituto si è creata e consolidata nel tempo, portando a:
- un valido sistema organizzativo e gestionale che ha prodotto una incisiva azione di tutela e una efficace valorizzazione policentrica; - il miglioramento ed il potenziamento dei Musei e delle aree archeologiche del territorio; - il notevole incremento dei visitatori; - un’ intensa attività di mostre, iniziative culturali e didattiche, collaborazioni con Università ed Istituti di ricerca italiani e stranieri; - un notevole risalto dell’immagine della Soprintendenza e, di conseguenza, del Ministero stesso, per esempio con l’inserimento di Villa Adriana nella lista del “Patrimonio dell’Umanità” dell’UNESCO.
La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio è diventata quindi uno strumento agile ed efficace per la tutela del patrimonio archeologico nel rispetto delle esigenze dei cittadini.
A fronte delle motivazioni che a suo tempo portarono all’istituzione della Soprintendenza, e che rimangono tuttora valide, non si ravvisa perciò la necessità e tanto meno l’opportunità di tale unificazione, nemmeno alla luce della riduzione di spesa motivata dal Ministero, soprattutto se si considera che in altre regioni d’Italia lo stesso Ministero ha decretato la creazione di nuove Soprintendenze proprio per la specificità di alcune tematiche (per esempio quella dei Sapori a Parma, Lucca , Lecce). Si sottolinea infine il vuoto normativo in cui questa fusione sta avvenendo ed il forte sconcerto che viene manifestato diffusamente dal mondo della Cultura. Confidiamo nella Sua sensibilità al problema e auspichiamo che voglia annullare la decisione di unificare i due Istituti per non arrecare un grave danno all’efficienza della tutela dei beni archeologici, sancita anche dalla Costituzione. Cordialmente La ringraziamo
Firmato: i funzionari della Soprintendenza Archeologica del Lazio
Per il personale della Soprintendenza per Beni Archeologici del Lazio Giovanna Alvino, Giovanna Rita Bellini, Nicoletta Cassieri, Sandra Gatti, Giuseppina Ghini, Marcello Molajoli, Annalisa Zarattini
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