Tesori in cerca di governo di Tomaso Montanari IL FATTO QUOTIDIANO, 2 ottobre 2013
Se l'Italia fosse un paese appena decente, uno come Bruno Zanardi sarebbe oggi alla guida dell'Istituto Centrale per il Restauro. E invece pur essendo stato uno dei più importanti restauratori italiani, ed essendo oggi il più lucido e colto teorico e storico del restauro, egli languisce in Urbino: e, anzi, anche in quella università è isolato, temuto, neutralizzato. Intendiamoci: Zanardi è un solennissimo rompiscatole. Lo era anche il suo maestro Giovanni Urbani, il grande e inascoltato profeta della conservazione programmata, preventiva e scientifica del patrimonio artistico italiano inteso come fatto 'ambientale': che infatti si dimise dall'amministrazione (fatto unico al Ministero per i Beni culturali) perché non voleva esser complice dello sfascio del patrimonio perpetrato da una casta di burocrati pressoché irriformabile, e da una schiera infinita di ministri incapaci o complici. Se Urbani si dimise, e Zanardi non è appunto nemmeno entrato, c'è il serio rischio che i giovani storici dell'arte di oggi queste idee non le conoscano proprio. Ed è proprio per questo che è davvero importante leggere l'ultimo, drammatico (ma a tratti anche irresistibilmente comico) libro di Zanardi: Un patrimonio senza, appena pubblicato da Skira. Senza che cosa? La copertina risponde da sé, con la fotografia della facciata della prefettura dell'Aquila distrutta dal terremoto: un patrimonio innanzitutto senza governo. Lo sa bene il ministro Massimo Bray, il cui forsennato impegno è davvero l'unico aspetto positivo del governo che l'ultima follia di Berlusconi si appresta a spazzar via. Ma è davvero impossibile rimediare in pochi mesi a decenni di non governo, mal governo, tradimenti ed errori. Ci vorrebbe molto tempo solo per studiare, capire, viaggiare per vedere. E poi bisognerebbe cominciare a dire moltissimi 'no', e a costruire le ragioni di altri, diversi, 'sì'. Il libro di Bruno Zanardi è di grande aiuto per chi vuole capire come ci siamo ridotti a questo punto. E, mantenendo la promessa del sottotitolo, il libro non illustra solo le ragioni dello sfascio e i problemi attuali, ma prospetta anche non poche, e credibili, soluzioni. Chissà se qualcuno, nei terremotati palazzi del potere, se ne accorgerà.
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