Gli Stati Generali della Cultura - Massimo Osanna (soprintendente di Pompei ed Ercolano): "Restauro permanente per Pompei" Il Sole 24 Ore 20 giugno 2014, pag. 5
Una manutenzione sistematica, una scuola permanente di restauro che veda la collaborazione di università e soprintendenza, che consenta di lavorare sul campo e di formare sul posto il personale. Pompei per non crollare ha bisogno anche di questo. «Non servono restauri post-eventum ma una manutenzione ordinaria, una messa in sicurezza che eviti di arrivare ai crolli e alle situazioni drammatiche che hanno fatto del sito il caso italiano per eccellenza di malgoverno dei beni culturali». Massimo Osanna, soprintendente di Pompei ed Ercolano, ha chiuso la tavola rotonda dedicata alle casistiche italiane che hanno saputo coniugare il binomio arte e made in Italy e ha ammesso i ritardi che spesso hanno caratterizzato gli interventi a Pompei, ma ha anche illustrato una realtà operativa volta alla tutela e alla valorizzazione del sito archeologico conosciuto in tutto il mondo. Pompei è anche un cantiere attivo dove squadre di archeologi e restauratori stanno lavorando per usare le malte più giuste per "ricucire" i muri e mettere in sicurezza i mosaici. «Abbiamo un bilancio autonomo perché siamo soprintendenza speciale - ha spiegato Osanna - ma non posso usare quei soldi per assumere, anche figure a tempo determinato (per esempio, Massimo Osanna manca un ingegnere strutturista) o per pagare gli straordinari ai custodi così da aprire un'altra domus». A Pompei i soldi non mancano: a iniziare dai cospicui introiti dei biglietti. «Dobbiamo però essere messi nelle condizioni ha sottolineato Osanna - di poterli usare, coniugando la formazione con la ricerca, la tutela e la valorizzazione». Da qui l'idea della scuola di restauro. Così da evitare quanto capitato allo stesso Osanna. «Ho diretto una scuola di specializzazione per dieci anni, ma lavoravamo praticamente al buio, senza capire quali sarebbero state le politiche ministeriali per fare in modo che le persone che formavamo entrassero nel mondo del lavoro. Per questo un'osmosi fra i ministeri è fondamentale, soprattutto fra quello dell'Università e della ricerca e quello dei Beni culturali».
|