SICILIA - TERRAVECCHIA. Adesso è il momento di studiare qual è la situazione del sottosuolo LA SICILIA Giovedì 04 Dicembre 2014 Agrigento
Terravecchia, quasi concluse le indagini archeologiche si passa a studiare il sottosuolo. Mentre la SOpRINTENDENZA di Agrigento, insieme alla direzione dei lavori comunale sta proseguendo la realizzazione dei saggi alla ricerca della presenza di resti di valore storico-culturale e archeologico, pare senza rintracciare al momento nulla di "musealizzabile" ma diverse importanti tracce rispetto alla stratificazione storica che interessa l'area di cantiere (la presenza, già annunciata nelle settimane scorse di diverse cisterne di epoca berbera cui si aggiungono altri resti di costruzioni), adesso è il turno di conoscere cosa ci sia sotto i "piedi" di Terravecchia. Non una questione di poco conto, dato che il ritrovamento di alcuni pozzi durante gli scavi rendono particolarmente importante conoscere la situazione del sottosuolo, che potrebbe anche essere attraversato - come sostengono in molti - dall'ipogeo dell'acqua amara. A richiedere le indagini tecniche, si legge nella delibera commissariale che ne autorizza il finanziamento, era stato nel novembre 2013 il responsabile degli aspetti geologici dei lavori, il funzionario della Protezione civile comunale Attilio Sciara, il quale ritenne fosse necessario "valutare la possibilità di completare il novero di indagini geognostiche dando incarico a ditta specializzata che disponga ulteriori prove con georadar, geosonar e sondaggi elettrici verticali". Tutte tipologie di analisi non invasive che "da un lato rispettano il delicato equilibrio esistente in situ e dall'altro mettono in evidenza possibili criticità esistenti nel sottosuolo". Del resto, da quanto ci risulta, nei giorni scorsi una parte dei controlli era stata già condotta sfruttando i pozzi per conoscere quantomeno ampiezza degli stessi e stratificazione dei terreni. Complessivamente per le analisi tecniche sono state stanziate 37 mila euro e adesso il Comune dovrà mettere a bando il servizio. Fatto questo si potrà proseguire con la variante esecutiva al progetto che consentirà di costruire gli edifici previsti nel piano di riqualificazione. Il Comune, comunque, sta studiando la possibilità di utilizzare il ribasso d'asta ottenuto con la gara per l'affidamento dei lavori per il recupero funzionale di un importante - ed abbandonato - bene culturale dell'area, ovvero Palazzo De Marinis. L'edificio, risalente al 1487, è infatti di proprietà comunale e versa in gravi condizioni strutturali, che attualmente rendono parzialmente inagibile la salita Sant'Antonio. Per il suo recupero il Municipio aveva già approntato negli anni passati un progetto, che però non venne mai finanziato. L'obiettivo dovrebbe essere quello di trasformarlo in una biblioteca. Gioacchino Schicchi
04/12/2014
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