TOSCANA - Monsummano Alto, progetto dimenticato Luca Signorini 02 gennaio 2016 IL TIRRENO
MONSUMMANO Giace da qualche parte in un ufficio della Regione Toscana (a questo punto quasi dimenticata), la richiesta di costituzione dell'Area naturale protetta di interesse locale per il colle di Monsummano Alto. La proposta, dopo l'approvazione del consiglio comunale, era stata inviata a Firenze nell'aprile 2014. Oltre un anno e mezzo dopo non è arrivata ancora nessuna risposta. E in Comune sale un po' di sconforto per questo ritardo, che non è stato accompagnato da alcuna spiegazione, perlomeno ufficiale. L'Anpil non è solo un titolo, ma (se fosse riconosciuto) potrebbe aprire la strada a finanziamenti esterni con l'obiettivo di tutelare e valorizzare a fini storici e turistici i 340 metri di altezza del borgo storico e il suo paesaggio, la cinta muraria e la chiesa romanico-gotica di San Nicolao. E tra l'altro ci sono già pronti lo studio di fattibilità per l'attuazione degli interventi considerati necessari (redatto dal Centro di ricerca del Padule di Fucecchio al costo di 15.000 euro) e una bozza di regolamento con relativi divieti da applicare, tutto per la conservazione di quest'area dal grande valore architettonico e naturalistico. Sarebbero cinque gli elementi prioritari dell'Anpil, circuito che consentirebbe la valorizzazione del colle e il suo rilancio grazie a contributi pubblici: gli interventi per il ripristino degli habitat naturali presenti, il miglioramento della fruizione con una rete di escursioni e sentieri da promuovere e integrare (collegata con le vicine Cave, con le terme di Grotta Giusti, con le colline del Montalbano, Montevettolini, il Poggio alla Guardia e il Padule di Fucecchio), oltre alla puntuale sorveglianza, al monitoraggio e al controllo continuo dell'area e, infine, alle necessarie iniziative pubblicitarie e promozionali. Ma se l'Anpil attende ancora un cenno da parte della Regione, è il Comune stesso che ha glissato su un progetto di recupero per Monsummano Alto, presentato nel marzo scorso su iniziativa di Rodolfo Cioni, portavoce del Movimento 5 Stelle cittadino, che ha incaricato un gruppo di esperti di studiare un piano per la rinascita del colle, sempre più abbandonato al suo destino. Erano indicate le fasi d'intervento previste: dal recupero del verde, della pavimentazione e dei ruderi, all'arredo urbano, fino alla valorizzazione con cartellonistica, illuminazione e area salute. Insieme alla stima dei costi da sostenere (e ai tempi). La documentazione era stata inviata al sindaco Rinaldo Vanni, alla Soprintendenza per i beni storici e paesaggistici e alla curia vescovile di Pescia. Ma da nove mesi a questa parte non se ne è saputo più nulla. Come del resto dell'Anpil.
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