Firenze, Koons. «Sant’Orsola è perfetta» «No, meglio al Novecento» Chiara Dino Corriere Fiorentino 5/1/2016
Ora che il sasso è stato gettato (il Comune accetta la donazione a tempo del Pluto and Proserpina da Jeff Koons) occorrerà non ritirare la mano (e trovare una corretta collocazione per l’opera che è destinata a restare sull’Arengario di Palazzo Vecchio non oltre il 21 gennaio). Tema non da poco se è vero che in città sull’arte contemporanea non c’è grande apertura. Istituzioni a parte le proposte fioccano. Per dire, Cristina Ac idin i , che pure ammette che «la sua presenza arricchisce il versante contemporaneo» spinge per una situazione protetta magari in qualche sito della città che aspetta di essere riqualificata come l’ex Tribunale di San Firenze, «luogo che io ho sempre visto vocato all’arte, o il complesso di Sant’Orsola». Ipotesi quest’ultima caldeggiata anche dall’architetto Elio Di Franco — suoi i progetti del centro direzionale di Careggi, ma anche quello di Limestre per Dynamo Camp — il quale fa parte di quella cordata di professionisti e imprenditori che si sono candidati a firmarlo il progetto di riqualificazione di Sant’Orsola. «Ecco — dice lui — anche tenuto conto del progetto che stiamo elaborando, pensiamo a un hub culturale, porterei Jeff Koons al complesso di Sant’Orsola. Sempre che l’artista sia d’accordo, non escludo che lui sia dell’avviso di lasciarla sull’Arengario». Di tutt’altra posizione è il critico d’arte Philippe Daverio , il quale risponde: «Vuole lasciare il suo Pluto and Proserpina qui? Purché paghi un lauto compenso. Io penso che a guadagnarci sia lui e non la città. Quindi il Comune si potrebbe attrezzare per tenerla in deposito ed esporla una settimana l’anno. A quel punto a seconda di quanto lui paga si potrebbe scegliere la location. Una settimana di foto di una sua opera a Firenze e le sue quotazioni salirebbero in maniera vertiginosa. Firenze è diventata un turistodromo, dovrebbe riscoprire la sua vocazione commerciale. Affittare degli spazi a Jeff Koons sarebbe un primo passo». Smorza le polemiche Arturo Galansino , direttore di Palazzo Strozzi: «Trovo che l’operazione curatoriale di Sergio Risaliti sia stata interessante. Ma non può restare lì sull’Arengario. Una buona collocazione sarebbe il Museo del Novecento, dove c’è un luogo, anche in esterno, deputato ad accogliere sculture. In alternativa magari all’Opera». Sulla proposta non aggiunge nulla Valentina Gensini che del Museo del Novecento è curatrice scientifica: «Non vorrei esprimermi. Aspetto che lo faccia Dario Nardella in qualità di assessore alla Cultura». Spariglia le carte Fabrizio Moretti che, da segretario generale della Biennale di Antiquariato è stato sponsor dell’operazione Koons. «Io — dice — lascerei la statua ancora per un bel po’ lì. Ritengo giusto che l’Arengario ospiti opere contemporanee e mi piacerebbe che Nardella pensasse a un segno da lasciare nel luogo più simbolico di Firenze. Poi la sposterei in piazza santa Maria Novella». Decisamente «contro» è l’architetto Adolfo Natalini , di recente artefice del nuovo museo dell’Opera del Duomo: «Koons? Lo metterei al Palazzo di Giustizia». Infine l’architetto Antonio Godoli, dagli Uffizi, dice: «Lì non può stare. Si potrebbe pensare a una collocazione sempre centrale ma non proprio così rappresentativa, faccio due esempi: piazza Salvemini o vicino all’arco di san Pierino»
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