LUCCA-Sfratto collezione Salotti, anche Quirinale e Soprintendenza si muovono: lettera al sindaco Fabrizio Vincenti Nazione, 14/01/2016
Una questione di Stato. E non è un modo di dire. La vicenda, controversa quanto incresciosa, dello sfratto che il Comune ha notificato agli eredi della collezione Salotti arriva sino a Roma. Precisamente sino al Quirinale e al Ministero dei Beni Culturali. Come si ricorderà, a seguito del contestato bando sull’assegnazione delle casermette sulle Mura, l’intera collezione del maestro Giannetto Salotti, contenuta nella casermetta San Martino, è stata sfrattata ed è in cerca di una nuova collocazione, nonostante i locali dovessero, secondo molti, rimanere a ospitare il vasto patrimonio artistico di Salotti anche dopo la sua morte. Se a Palazzo Orsetti, dopo un tentativo fallito di conciliazione e un appello caduto a vuoto alle altre istituzioni cittadine, si è preferito andare avanti, non riuscendo a offrire di meglio che una collocazione temporanea delle opere prima nello scantinato di Palazzo Guinigi e poi nei magazzini dell’Istituto Carlo Del Prete, a Roma la questione è stata seguita con molta più attenzione e preoccupazione.
Soprattutto dopo che il critico d’arte Luca Nannipieri, che a suo tempo aveva curato il testo del primo catalogo di Salotti, ha preso carta e penna e scritto al Ministero nonché al Quirinale per segnalare quanto sta accadendo. E le risposte non sono tardate a arrivare. In primis dal presidente Mattarella, che attraverso il segretario generale del Quirinale ha fatto arrivare al sindaco Tambellini una sua missiva nella quale si esprime preoccupazione per la destinazione di un patrimonio artistico di evidente importanza. Non certo una bella figura per il sindaco, che giunge dopo che Tambellini, non era riuscito a trovare una sistemazione adeguata e nemmeno a impedire che la scelta compiuta dall’Opera delle Mura, di mettere anche quella casermetta nel bando, trovasse uno stop come da più parti richiesto. Non solo. Il Ministero dei Beni Culturali, infatti, tramite il suo ufficio sul territorio, la Soprintendenza di piazza della Magione, ha recapitato una seconda lettera nella quale si preannuncia l’avvio di un procedimento per porre il vincolo sulla destinazione della casermetta in considerazione dell’interesse artistico e storico della collezione, invitando nel contempo il Comune e l’Opera delle Mura a sospendere lo sfratto e chiedendo un sopralluogo alla struttura.
Che si è tenuto in questo inizio settimana alla presenza, tra gli altri, degli esponenti della Soprintendenza, del capo di gabinetto di Palazzo Orsetti Luca Galli, dei tecnici comunali, della figlia del maestro Salotti e dello stesso Nannipieri. Come andrà a finire? La palla è ora in mano alla Soprintendenza, che deve comunicare le sue determinazioni. Ma una cosa è certa: porre il vincolo sulla destinazione significherebbe rischiare di far crollare tutta l’impalcatura del bando sulle casermette. A maggior ragione dopo che la casermetta del maestro Salotti è già stata assegnata al Teatro del Carretto. E c’è da giurare che a Palazzo Orsetti si proverà in ogni modo a scongiurare questa eventualità, magari facendo proprio leva sui diritti ormai acquisiti e confidando nella «benevolenza» della Soprintendenza. Magari in attesa di trovare una collocazione almeno decente al patrimonio della città. Che meritava davvero maggior rispetto, anche considerando che proprio il sindaco Tambellini, allora sempre nelle vesti di capogruppo di opposizione, fu il primo firmatario di una petizione per riportare sulle Mura la collezione nel lontano, ma non troppo, 2007. |