CAMPANIA - Lo stop alle trivelle in Costiera Francesco Ruotolo 13 gennaio 2016 LA REPUBBLICA
f.ruotoloprc@gmail.com
Con la "perenzione", cioè la decadenza del diritto della multinazionale Elf a compiere qualsiasi atto processuale teso a poter riprendere le ricerche d'idrocarburi nella vasta area marina tra Capo d'Orso (Maiori) e Foce Sele (Paestum), si concludeva positivamente – venti anni fa – uno dei momenti più alti e maturi dell'impegno ambientalista italiano di fine ‘900. Infatti la decisione del Consiglio di Stato (seduta del 20 ottobre 1995 e del 12 gennaio 1996), allontanando definitivamente lo spettro delle piattaforme petrolifere al largo di Capri, della Costiera Amalfitana e alto- Cilentana, ancora tutt'oggi costituisce una delle prime vittorie, anche in sede amministrativa (oltre che sotto il profilo civico, culturale e politico) dagl'interessi "diffusi": cioè degl'interessi della collettività in quanto tale. Un risultato prezioso, un precedente giuridico che potrà trovare – in quanto diventato giurisprudenza, cioè fonte di diritto – concreta applicazione in analoghe situazioni ove incomba la minaccia del sistematico assalto al patrimonio storico, archeologico, paesaggistico, naturale, della collettività. Dopo aver coordinato per circa tredici anni (dal 1983 al 1996) le forze di movimento contro il rischio-petrolio in questa porzione di Mar Mediterraneo unica al mondo per le vestigia di antiche civiltà ed i caratteri del suo paesaggio, il comitato ecologista Costiera Amalfitana può andare fiero del valore preventivo di una battaglia lunga e difficile che è riuscita a neutralizzare un pericolo ambientale contro il "senso comune" che in genere vuole le mobilitazioni dopo il verificarsi delle catastrofi o degli scempi ambientali. Il successo in questa ardua vicenda caratterizzata a lungo da omertà, silenzi e disinformazioni, connivenze istituzionali e cavilli burocratici, è stato possibile coniugando con pazienza e passione una rigorosa cultura giuridica e i valori della politica, cioè della critica ai modelli di produzione dominanti di saccheggio cieco di ogni risorsa, di riduzione a merce di qualsiasi bene naturale ed ambientale. In una fase storica in cui è sempre più forte il senso della salvaguardia dell'ambiente, dei giacimenti culturale, e delle nuove generazioni, non si può non ritenere che la coscienza civile sedimentata (dapprima con la legge 9/91, che metteva al riparo i golfi di Salerno e di Napoli da ricerche, estrazione e produzione d'idrocarburi; quindi con la vittoria in sede di giustizia amministrativa, giusto venti anni fa) è oggi in grado di moltiplicare speranze, energie e certezze.
|