Milano. «Il pavé non è un tabù». E si scatena il dibattito Rossella Verga Corriere della Sera - Milano 15/1/2016
L’età della pietra è difficile da superare. A regalare ai milanesi una viabilità priva di lastroni e ciottoli ci hanno provato Albertini e Moratti, senza avvicinarsi al traguardo. Ora tenta la giunta Pisapia, ma l’eliminazione del pavé è un nervo molto sensibile. Il tema torna attuale grazie all’asse Sala-Maran. «Che in via Torino debba rimanere il pavé per me è una stupidata — ha scandito Giuseppe Sala, candidato alle primarie del centrosinistra — in una via commerciale, in cui se vai in bici finisci per andare sul marciapiede dando fastidio ai pedoni. Ci vuole anche un po’ di coraggio». Rilancia l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, ricordando che dell’argomento si è già occupato con Carmela Rozza (Lavori pubblici). «Il pavé andrà pur bene in alcune zone pedonali e storiche — dice — ma su vie complesse, come via Torino, è un autentico nemico in particolare dei ciclisti. Se vogliamo una città dove si possa pedalare e camminare bene, forse qualche tabù va rotto». Per Luca Gibillini, consigliere di Sel, l’idea di togliere il pavé «è ammiccante per i ciclisti e per la mobilità. Mi spiace che Rozza e Maran non ci abbiano lavorato prima nonostante le sollecitazioni — posta su Facebook —. Ma più che toglierlo, a me piacerebbe vederlo sistemato». Contro le colate di asfalto Carlo Monguzzi (Pd): «Toglierlo è un errore, rischiamo una cementificazione. E c’è un problema di drenaggio dell’acqua» .
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