Bergamo. La Mai in mostra Daniela Morandi Corriere della Sera - Bergamo 16/1/2016
Riflettori puntati sulla biblioteca Angelo Mai. Dopo un paio di mesi di chiusura, ieri il taglio del nastro per l’inaugurazione del Salone Furietti, restituito alla città nel suo splendore. Non inviolabile, ma da rivivere. Il restauro, riuscito grazie al sostegno dell’Amministrazione comunale, della Regione Lombardia, imprese e donazioni private, «è un miracolo — commenta la direttrice Elisabetta Manca —. Il salone vuoto era così bello che rimettere libri e tavoli sembrava profanarlo. Ora, tornato nella sua veste, è un magnifico regalo alla città, che si riprende questo spazio da usare quotidianamente». Aperta anche durante i lavori di restauro, iniziati nel 2012, la Mai ha registrato 236 mila ingressi in questi ultimi quattro anni. «È una biblioteca pubblica, la cui prima collocazione fu in questo palazzo, un tempo sede del Comune», ha detto Manca, sottolineando il senso civico del luogo. I saluti istituzionali, anche dell’assessore regionale Cristina Cappellini, si sono spesi in un Salone gremito sotto gli occhi compiaciuti del ritratto del cardinale Giuseppe Alessandro Furietti, a cui si deve la fondazione di questo luogo di sapere grazie a un lascito librario. Ma la Mai «è anche un museo», ha aggiunto l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti, illustrando la mostra allestita nel salone scamozzino e la digitalizzazione di 250 mila volumi, grazie a un progetto sovvenzionato dal Pirellone. Tra i pezzi da novanta del patrimonio artistico bibliotecario, i globi del Coronelli, posti in una nuova sede: la Tassiana, che da sala di lettura sarà musealizzata per accentuare l’essere salotto buono della biblioteca. Contento il sindaco Gori, che ha anche ringraziato l’amministrazione precedente per il solerte intervento, dimostratosi complesso sul piano statico e di restauro, ha ribadito il soprintendente Giuseppe Napoleone. Dopo aver ricordato gli anni di cantiere, l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla ha ammesso: «Più che le parole, adesso servono gli occhi». E lo sguardo va al Salone Furietti dai fregi ripristinati, pavimento in cotto riscoperto togliendo il vecchio linoleum, volta con intonaco bianco, dalla nuova illuminazione a led. Maria Grazia Recanati, presidente della commissione cultura della Mai, ha inoltre segnalato la digitalizzazione del fondo Silvio Spaventa, grazie al contributo della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, e la necessità di «riflettere sul futuro della biblioteca e di formare giovani energie intellettuali capaci di lavorare in questo luogo di sapere». Oggi e domani, la Mai sarà aperta per l’open day con visite guidate anche nei locali del terzo piano, prima casa del custode, ora laboratorio di restauro della carta e aula didattica. Perché la Mai «non è un tempio inviolabile — conclude la direttrice —. La sacralità è data dal patrimonio, ma il luogo è di una piacevole bellezza accessibile a tutti». |