Archeologia: il museo di Cavaion Veronese Annamaria Schiano Corriere del Veneto - Verona 17/1/2016
Un cameo del territorio gardesano: è il piccolo, ma unico e prezioso museo archeologico di Cavaion Veronese. Situato al piano interrato del municipio, al suo interno sono esposti reperti che raccontano la presenza dell’uomo fin dalla preistoria sulle rive e colline del Lago di Garda. I pezzi esposti partono, infatti, dall’era palafitticola per arrivare fino al periodo romano e medioevale. Nelle vetrine soprattutto ritrovamenti in ceramica dei villaggi abitati in più zone del paese, ma anche oggetti di ornamento per la bellezza e manufatti in metallo e selce che datano l’abitato alle fasi iniziali dell’età del Bronzo (2000-1600 a.c.), con evidenti contatti culturali tra il villaggio palafitticolo scoperto a Cavaion al laghetto di Cà Nova nel 1980 e quelli del lago di Garda (noto il villaggio di Cisano, situato a cinque chilometri più a sud). Ieri mattina si è festeggiato il 25esimo anniversario della nascita nel 1990 del museo, ma anche il nuovo allestimento grafico e delle vetrine delle sale, in cui sono esposti in particolare reperti della necropoli di Bossema, ritrovata nel 1995: di effetto scenico, infatti, anche la sepoltura a inumazione di una donna risalente alla fine del III secolo, inizio del IV d.c. Alla celebrazione - dapprima tenutasi nella sala civica dedicata al grande geografo cavaionese Eugenio Turri nell’antica Corte Torcolo, conclusasi, poi, con il taglio del nastro del nuovo allestimento museale a poca distanza - sono giunti i sindaci di molti paesi della provincia veronese, il presidente della Provincia Antonio Pastorello, la responsabile della sezione Beni Culturali della Regione Veneto Fausta Bressani, la soprintendente Archeologia del Veneto Simonetta Bonomi, la nuova direttrice del Polo museale del Veneto Federica Gonzato. A fare gli onori di casa il sindaco di Cavaion Sabrina Tramonte (a sua volta, da giovane, tra le volontarie fondatrici del museo), che ha ringraziato anche i suoi predecessori per l’impegno profuso nei decenni nel mantenere vivo questo gioiellino culturale del territorio, curato in tutti questi anni da Alessandra Aspes, in collaborazione con Brunella Bruno della soprintendenza di Verona che ha diretto tutte le ricerche e il direttore del museo Mario Parolotti: a lui si devono le scoperte archeologiche del territorio e per questo eletto anche Cavaliere della Repubblica, oltre che funzionario della soprintendenza. Non ultima la scoperta tra le più importanti della Bastia di San Michele, sito che nel 2014 è stato trasformato in parco archeologico, situato sulla sommità della collina cavaionese con vista su tutto il lago di Garda. Nel 2007, nel corso dei lavori di costruzione di una lottizzazione edilizia, è tornata alla luce anche l’antica villa romana delle Fontane. «Questa è una piccola storia esemplare che nasce dalla passione di un lavoro di squadra di tanti volontari e che è entrata a far parte del Museo civico di Storia Naturale di Verona», ha ricordato la soprintendente Bonomi. «Oggi sono molto colpita dalla grande partecipazione di gente alla celebrazione – ha sottolineato anche Gonzato – questo dimostra che la cultura non ha confini ed è patrimonio di tutti».
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