PISA - Riaperta al pubblico la “Domus” pisana dove morì Mazzini 17 gennaio 2016 IL TIRRENO
È stata ufficialmente riaperta al pubblico la Domus Mazziniana, la casa pisana dove morì il 10 marzo 1872 Giuseppe Mazzini e ora diventata un Memoriale del suo pensiero filosofico e politico e completamente restaurata in occasione del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Grazie a un'intesa tra il commissario della Domus, Fabio Beltram, direttore della Scuola Normale, e l'associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti, l'attività di apertura è garantita da volontari ogni martedì, giovedì e sabato dalle 10 alle ore 12. Il testo del giuramento della Giovine Italia sovrasta la facciata dell'edificio che ospita il Memoriale Mazzini, mentre al piano terra, grazie anche a un apparato multimediale, viene raccontata l'attività di Mazzini fino al 1837, i personaggi principali della sua vita, l'attività della Giovine Italia, la mappa dell'azione mazziniana. Al primo piano si entra nella vita intellettuale di Mazzini a Londra nelle fasi principali della sua attività dal 1837 al 1870: 1848 la Rivoluzione Nazionale, 1850 la Riorganizzazione Mazziniana, 1860 Mazzini e i Mille, 1861 i Doveri dell'uomo, 1870 Roma Capitale. A conclusione del percorso il manoscritto originale del Giuramento della Giovine Italia nella stanza dove morì Mazzini. A congiungere i due piani è la Scala Ellittica con le note autobiografiche. «Oggi per Pisa è un giorno importante - ha detto Piera Orvietani, presidente dell'associazione Amici dei Musei e dei monumenti pisani - perché restituiamo un bene prezioso alla città. I nostri volontari hanno fatto il corso di formazione e hanno conseguito gli attestati necessari. Questa è l'occasione per dimostrare quanto può essere importante l'attività del volontariato per la valorizzazione e la promozione dei beni culturali». «La cerimonia - ha aggiunto Beltram - serve anche a dare un'altra buona notizia, perché la Domus è stata inserita dal ministero dei Beni culturali nella tabella triennale dei finanziamenti e riceverà 25 mila euro l'anno con cui intanto potremo pagare le bollette e fare le piccole manutenzioni necessarie».
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