Tutela dei centri storici il regolamento Unesco forse diventerà legge MASSIMO VANNI 21 gennaio 2016 LA REPUBBLICA
UNESCO, il Regolamento fiorentino ispira una proposta di legge. A presentarla, la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi che nei giorni scorsi ha parlato a lungo con il sindaco Nardella: «C'è bisogno di una norma nazionale che rafforzi l'idea della tutela dei centri storici e la prossima settimana depositerò una proposta di legge», annuncia la senatrice fiorentina.
Lo stesso Nardella aveva rilevato lunedì scorso, all'atto di approvare il regolamento, che la ‘scommessa' di Firenze si inserise in un panorama di ‘vacatio legis' in materia dei centri storici sempre più assediati dalla rendita commerciale. Adesso ci prova Di Giorgi a riempire il vuoto: «Il testo a cui sto pensando riguarda i centri storici riconosciuti come patrimonio Unesco ma anche quelli che non lo sono, perché è giusto che ogni città italiana, in un Paese come il nostro dove ogni campanile è un pezzo di storia, possa avere qualche arma di difesa in più», spiega la senatrice con alle spalle un passato di assessore, prima alla cultura e poi all'istruzione. Difesa da cosa?
«Dalla libera concorrenza del mercato, che rischia di trasformare i centri storici in una zona off-limits per i residenti, ad uso e consumo invece del turismo massificato. Esattamente quello che sta provando a fare Palazzo Vecchio», dice la parlamentare fiorentina, che a Palazzo Madama siede nella commissione cultura. E già nella prossima settimana, Di Giorgi conta di avere un testo.
Certo, i tempi sono una cosa e una legge è un'altra. Ma anche l'avvio dell'iter sarebbe di conforto per il sindaco Nardella. Che sa bene di correre qualche rischio, qualora il Comune dovesse trovarsi a difendersi in un'aula di tribunale, sollecitato da qualche ricorso. Come già, del resto, ha ventilato il rappresentante dei minimarket fiorentini Paras Gogia. Il regolamento Unesco è costruito sull'articolo 52 del Codice dei beni culturali. Che introduce un limite alla liberalizzazione del commercio in vigore: «I comuni, sentito il soprintendente, individuano le aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l'esercizio del commercio». È su questo che Nardella conta di costruire un'eventuale strategia legale. Ma è chiaro che tutto sarebbe più semplice con una vera e propria legge nazionale.
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