Fontana dell'obelisco restaurati i marmi "Ma non salite sui leoni" PAOLO BOCCACCI 29 gennaio 2016 LA REPUBBLICA
SONO terminati infatti i lavori di restauro. «L'intervento appena concluso — spiega la Sovrintendenza del Campidoglio — è l'ultimo del nostro progetto di concessione di spazi pubblicitari sulle Fontane monumentali di Roma che, attraverso due bandi, ha consentito il restauro, tra il 2013 e il 2014, del Tritone a piazza Barberini, dell'Acqua Paola in piazza Trilussa e della Barcaccia in piazza di Spagna». Ad aggiudicarsi il bando è stata la Building communication srl, One srl. Un lavoro, coordinato dall'Ufficio di vigilanza della Sovrintendenza stessa, costato in tutto 301 mila euro, concluso «nei tempi previsti, e a costo zero per l'amministrazione».
A circa vent'anni dal precedente restauro, le condizioni della fontana non erano buone. Il degrado era dovuto alla costante esposizione allo smog, ma anche ai turisti che per due decenni si sono seduti sui leoni di marmo per le foto ricordo, spesso danneggiandoli e sporcandoli. Protagonista è stato pure il vandalismo, con incisioni e scalfitture, danni permanenti che hanno alterato le superfici. E in particolare il più colpito è stato il marmo delle zampe anteriori dei leoni che, dopo la rimozione del calcare, si è scoperto in stato avanzato di disgregazione.
La Fontana dei Leoni, progettata da Valadier nel 1822, è stata realizzata nel progetto di radicale trasformazione di piazza del Popolo iniziato quando Roma era occupata dai francesi, dal 1809 al 1814, ma poi portato a compimento dai papi. E fu creata intorno all'obelisco egiziano, dell'epoca dei faraoni Ramesse II e Seti I, fatto innalzare da papa Sisto V. Agli angoli del basamento a gradini Valadier disegnò quattro vasche sulle quali sono posti i leoni di marmo bianco, sempre in stile egizio, dalle cui bocche sgorgano scrosci d'acqua. Ma il leone era anche un riferimento al nome del papa Leone XII Genga, sotto il cui pontificato fu realizzata la nuova sistemazione della piazza.
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