Montebello e le altre "isole" incompiute usate da discarica ELEONORA CAPELLI 03 febbraio 2016 la repubblica
NELLA "guerra dei rifiuti" che schiera l'amministrazione contro i sacchi di immondizia abbandonati, una battaglia tanto aspra che Palazzo d'Accursio ha annunciato persino l'uso di telecamere, le isole ecologiche mancate diventano una vera e propria trincea. È il caso di via Montebello, dove gli scavi per costruire un'isola ecologica per la raccolta differenziata si sono dovuti interrompere un anno fa per ritrovamenti archeologici. Da allora l'isola ecologica è rimasta "in sospeso", ora lo scavo è stato di nuovo chiuso, ma c'è chi lascia comunque lì i sacchi del "rusco", protetti dalla rete del cantiere. C'è anche il caso limite di utenti che lasciano la spazzatura dove prima della raccolta porta a porta si trovava il cassonetto, come succede ormai abitualmente per esempio in via Avesella all'angolo con vicolo Pagliacorta. Per "dribblare" la raccolta dell'indifferenziato fissata il lunedì, i "nostalgici" del cassonetto mantengono le vecchie abitudini oppure sfruttano i raccoglitori per pannolini per disfarsi dei sacchetti.
Ieri il sindaco Virginio Merola ha assicurato che entro quest'anno il progetto delle isole arriverà a compimento. «Non posso rispondere delle infinite beghe burocratiche che si creano nei lavori di questo Paese — ha detto il primo cittadino — posso solo dire che entro il 2016 saranno tutte sistemate».
La realizzazione delle isole ecologiche è stata infatti una vera corsa a ostacoli, soprattutto nel quartiere Porto. Mentre partiva il nuovo sistema di raccolta porta a porta, con piccoli cassonetti per i rifiuti da buttare ogni giorno (come l'organico e i pannolini), negli scavi si sono riscontrati problemi di varia natura. Sei isole inizialmente progettate non potranno essere realizzate perché sono stati trovati sottoservizi durante gli scavi, e quindi lì verranno rimessi i tradizionali cassonetti. Altre 3 hanno subito lunghe sospensioni per ritrovamenti archeologici. In alcuni casi, come in via Montebello, si è richiuso tutto, in altri come in via Nazario Sauro si procederà,anche se dopo una lunga fase di "vuoto", in cui gli scavi si sono trasformati in ricettacoli di sporcizia di ogni genere. In via Galliera all'angolo con via Volturno l'attività di «scavo a mano» in corso in questo momento dovrebbe terminare il 20 febbraio. Al San Vitale le isole non realizzabili sono state 5. «Alcuni oggetti, come cabine dell'Enel, non risultano nelle nostre mappe dei sottoservizi — spiega l'assessore Patrizia Gabellini — perché sono il frutto dell'incrocio di dati che ci arrivano da altri "enti", e a volte non ci forniscono tutte le informazioni». Adesso infatti, dopo i 9 casi di cantieri interrotti del quartiere Porto e dopo che al Saragozza si sono già decretate come "irrealizzabili" 3 isole, mentre in via IV Novembre si conta di riprendere presto a scavare, si è cambiato sistema. «Facciamo sondaggi col geo-radar per accertamenti sul sottosuolo — spiega Gabellini — e controlliamo che non ci siano cavi aerei e finestre che "blocchino" la raccolta. Del resto si impara dall'esperienza, parliamo dell'infrastrutturazione di un centro storico di 400 ettari, un'operazione da far tremare i polsi. Ci vorrebbe più cura nel gestire i propri rifiuti ». Un messaggio di cui devono far tesoro i residenti del quartiere Saragozza, dove la raccolta differenziata partirà dopo l'estate, ma sono già stati aperti i cantieri. Anche lo scavo tra via IV Novembre e via Cesare Battisti, dove «l'attività di scavo riprenderà la settimana prossima dopo aver spostato un cavo Telecom», si è trasformato in un "maxi cestino" per cartacce e affini.
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