Se economia e cultura si incontrano Daniele Manacorda* 04 febbraio 2016 La Repubblica
CARO AUGIAS, credo che lei abbia ragione: il vezzo di «schierarsi sempre contro» non aiuta a capire, e certo non risolve i problemi. Sulla questione del biglietto dei musei occorre ragionare pacatamente senza troppi ideologismi. Gratuità o pagamento sono due prospettive entrambe nobili: basti pensare che l'introduzione del biglietto per gli scavi di Pompei fu voluta da Giuseppe Fiorelli dopo l'Unità d'Italia per marcare la loro "pubblicità" rispetto ai tempi dei Borboni, quando vi si accedeva solo con il permesso della corte. Personalmente credo che l'Art bonus sia stata una buona iniziativa e che bisognerebbe valutare caso per caso le modalità di accesso a musei, monumenti, parchi o siti. Quanto all'America da lei citata, i cui cittadini danno spesso un contributo dove le istituzioni non arrivano, ricordo che la nostra Costituzione ha un articolo sconosciuto ai più, il 118, che chiede a Stato, Regioni e Comuni di favorire, sulla base del principio di sussidiarietà, «l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale». L'articolo — vale in campo ambientale, sociale, sanitario — è rimasto lettera morta per l'amministrazione dei beni culturali. Eppure quel principio spalancherebbe praterie all'impegno creativo di milioni di italiani.
Daniele Manacorda — daniele.manacorda@uniroma3.it
CONDIVIDO l'approccio del professor Manacorda molto più costruttivo di quelli che si limitano a manifestare sdegno o derisione. L'idea di cercare insieme una soluzione è sempre la strada migliore. Mi scrive per esempio il signor Ugo Baistrocchi (ugo.baistrocchi@gmail.com): «Al primo piano del museo dei granatieri, a Roma, ci sono le targhe con i nomi di tutti coloro che hanno contribuito a pagarne la costruzione nel 1924. Ancor più interessante la targa al piano terra con i nomi di tutti coloro, falegnami, muratori, imbianchini, ecc., che lo hanno materialmente realizzato. I cittadini italiani, come quelli americani, sono perfettamente in grado di dare un contributo dove le istituzioni non arrivano. È a quella società in grado di cooperare per un progetto comune, riconoscendo i meriti del lavoro, che penso quando ritengo che ci vorrebbero scelte politiche più coraggiose e una visione dell'economia della cultura sofisticata come quella inglese. Nel Regno Unito, infatti, come ha ricordato Emiliani, domenica scorsa, si sono resi gratuiti, per scelta politica, i musei più importanti e il turismo culturale è incrementato del 50%. Se la Rai facesse una trasmissione per finanziare tramite crowdfunding progetti culturali si scoprirebbe che gli Italiani sono ancora quelli che nel ‘600 hanno costruito, un mattone alla volta, il Portico di San Luca a Bologna e nel 2013, sempre con pubblica sottoscrizione, lo hanno generosamente restaurato». Credo anch'io che la politica potrebbe stimolare molto di più l'intervento dei cittadini su progetti mirati, con garanzie assolute d'impiego dei denari raccolti. Se l'idea del biglietto fosse inserita in un piano più generale di valorizzazione e di partecipazione, credo che molte delle obiezioni sollevate cadrebbero.
CORRADO AUGIAS
c.augias@repubblica.it
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