Bologna, esposto in Procura contro la strage degli alberi 05 febbraio 2016 La Repubblica
Tagliate 50mila piante lungo il fiume Savena. Il Wwf e l'Unione bolognese naturalisti: "Un disastro ambientale avallato dalla pubblica amministrazione, davanti a cui non si possono chiudere gli occhi"
Danni al paesaggio e all'ecosistema, deterioramento di habitat in un sito protetto, e misure di compensazione largamente insufficienti. Il tutto fatto seguendo "procedure illegittime sanate ex post, e in violazione delle regole comunitarie". Insomma, un vero e proprio "disastro ambientale avallato dalla Pubblica amministrazione, davanti a cui non si possono chiudere gli occhi". Così Paolo Pupillo, professore emerito e presidente dell'Unione bolognese naturalisti, motiva la decisione della sua associazione e del Wwf di Bologna di presentare un esposto in Procura sulla vicenda dell'abbattimento di circa 50.000 alberi, avvenuto in gran parte tra agosto e ottobre 2014, lungo il torrente Savena, nel territorio del Comune bolognese di Pianoro. Lo avevano annunciato, ora l'esposto è partito.
I lavori, spiega Pupillo, "sono stati commissionati dal Comune ad alcune ditte, stabilendo un corrispettivo 'a compensazione': le aziende non venivano pagate, ma potevano tenersi il legname, quindi più alberi abbattevano, maggiore era il loro guadagno". Come se non bastasse, rincara la dose il professore, "l'atto del Comune era illegittimo, perchè i greti dei fiumi fanno parte del demanio della Regione, che infatti ha dovuto 'mettere una pezza' sanando la situazione ex post".
I numeri, prosegue Pupillo, sono "impressionanti: 2.000 tonnellate di alberi abbattuti, 25 ettari di vegetazione distrutti, e circa 2.500 tonnellate di Co2 riemesse in atmosfera". Tutto questo "senza neppure fare una valutazione d'incidenza, come prescrivono le regole comunitarie". Anche questa, commenta il presidente dell'Unione bolognese naturalisti, "è stata fatta dopo, a cose fatte: un vero e proprio ossimoro". Unica opera di compensazione, "se così si può definire, un 'arginello' fatto con rifiuti speciali, cioè scarti di demolizione edilizia".
L'operazione messa in atto dal Comune di Pianoro, conclude il professore, "provoca danni gravissimi al paesaggio e all'ecosistema, spiana la strada a specie alloctone invasive, difficilissime da eliminare, e aumenta alcune tipologie di rischio idrogeologico". Insomma "un autentico disastro, che si sta verificando anche in molte altre zone del Paese, e di fronte a cui non ci è sembrato giusto chiudere gli occhi". Da qui la decisione di presentare un esposto, portando così la vicenda davanti alla magistratura. |