Brescia. Sì al Pgt che rigenera la città Pietro Gorlani - Italia Brontesi Corriere della Sera - Brescia 10/2/2016
Musil e parco delle cave per la nuova Brescia. Dure le opposizioni: «Troppe disparità»
Brescia ha una nuova variante al Piano di governo del territorio, con la quale ha dimezzato il consumo di suolo, puntando sulla rivalorizzazione dei siti industriali dismessi, a partire da quello del comparto Milano. «Poco coraggio» e «troppe disparità» accusano le opposizioni.
La sfida della «rigenerazione» è lanciata. Il consiglio comunale, dopo tre giorni di lavori e l’approvazione delle 472 osservazioni alla variante al Pgt, ha confermato la volontà della giunta Del Bono di puntare sulla rinascita dei tanti complessi industriali abbandonati. Così facendo potrà dimezzare il consumo di suolo: il documento di piano prevede edificazioni su 640mila metri quadrati (45mila metri sono stati aggiunti con le osservazioni), mentre il Pgt Paroli-Vilardi apriva (potenzialmente) a nuovi 1,22 milioni di metri quadrati. «Un documento che ha incassato il plauso anche della presidente regionale di Legambiente Barbara Meggetto — commenta il sindaco — che lo ha definito esemplare per l’efficacia con cui affronta il tema del consumo di suolo». Il cuore di questa rigenerazione sarà il comparto Milano, dove giacciono gli scheletri delle vecchie acciaierie, e dove è prevista la nascita del museo dell’Industria e del Lavoro. I 12 milioni necessari verranno ver sati dalla società Basileus, che in cambio ha ottenuto altri 30mila metri quadri di edificabilità, a compensazione dei 37milioni di euro spesi per le bonifiche di 250mila metri d’area. Un accordo, quello tra Loggia e Basileus, che ieri ha segnato la massima distanza con le minoranze. Per Paola Vilardi (Forza Italia) la rigenerazione è stata fatta «in modo dispari». «Non capisco — ha commentato — lo scandalo di aver dato edificabilità aggiuntiva a Basileus, a Maritan Borgato, a Fs Logistic mentre la si è tolta a Finsibi, compartista della Pietra. Vorrei andare a fondo anche sui 37 milioni delle bonifiche fatte. Io da assessore non ho mai avuto i dati richiesti». Molto critica anche la Lega Nord, con Nicola Gallizioli che ha invitato a non realizzare più il Musil, «se porta con sé il sacrificio di 30mila metri quadrati». Arriva una stroncatura anche da Nini Ferrari (X Brescia Civica): «Al Musil avrei preferito di certo il campus universitario». E c’è anche chi, all’interno della maggioranza, si astiene dalla votazione: è il caso di Francesca Parmigiani (Al Lavoro con Brescia) che dice di non avere elementi sufficienti per decidere se la compensazione (in termini di volumetrie concesse) sia adeguata o eccessiva rispetto ai lavori di bonifica svolti. L’assessore all’Urbanistica Michela Tiboni ricorda però che sono stati messi paletti ben precisi: Basileus prima dovrà realizzare il Musil («che farà da traino all’intero comparto») ed entro il 2024 dovrà edificare le volumetrie concesse (ci sono interessanti progetti di case-laboratorio e mercati urbani). La distanza con il centrodestra si è vista anche su altri progetti, a partire dallo stadio: per la giunta Del Bono è strategico riqualificare il Rigamonti («anche se esiste un problema parcheggi, che dovremo affrontare» ha detto ieri) mentre la Lega Nord ha rilanciato l’idea di realizzarlo a San Polo. Boccia il nuovo piano anche la portavoce dei Cinque Stelle, Laura Gamba, ma per tutt’altro motivo: «Questo Pgt riduce sì le aree edificabili ma meno di quello che avrebbe potuto. E sono scesi a troppi compromessi, come nel caso di Basileus, del polo logistico Italgross a Buffalora o della discarica Profacta. Ecco, prima di concedere i 6mila metri quadri a Faustini in cambio della rinuncia alla discarica d’amianto si poteva attendere l’esito del ricorso giacente al Tar». Un punto sul quale interviene lo stesso sindaco: «Non dimentichiamoci che Faustini ha in mano un’autorizzazione regionale e i diritti escavatori possono durare decenni. Si può dire di tutto ma non che l’accordo raggiunto da Fabio Capra, da anni “nemico” dei cavatori, sia stato generoso». Altro elemento di scontro quello riguardante un altro tassello della rigenerazione urbana, prevista nell’ex Pietra in via Orzinuovi. L’attuale Pgt aveva dimezzato alla società Finsibi la capacità edificatoria (di 25mila mq) prevista dal Pgt in vigore (e quindi valido fino al 2017) bocciando pure l’osservazione con la quale la stessa Finsibi chiedeva di reinserire le superfici. Ieri la maggioranza ha approvato in tarda serata un emendamento per riconoscere alla società nuove volumetrie a compensazione delle bonifiche che dovrà fare (previsti interventi per 5 milioni). Dovrebbe riavere un terzo delle superfici «perse». E sulla torre Tintoretto la maggioranza in consiglio ha ribadito la sua volontà di non abbatterla. Approvato il nuovo Pgt ora la Loggia dovrà capire quanti ricorsi al Tar verranno depositati da parte di quelle imprese che si sono viste «decurtare» la potenzialità edificatoria.
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