LUCCA - Dalla Manifattura riaffiora la fortezza di Castruccio di Paola Taddeucci 09 febbraio 2016 IL TIRRENO
Lucca: della “Augusta” si avevano solo notizie indirette. Ora i muri sono emersi dagli scavi nella ex fabbrica
LUCCA. Dalle viscere della Manifattura Tabacchi riemergono i muri dell'Augusta, la leggendaria fortezza trecentesca che fu completamente distrutta un secolo dopo. È una delle scoperte effettuate dal team dell'archeologa Elisabetta Abela durante gli scavi nell'area dell'ex fabbrica dei sigari - in totale oltre 24.000 metri quadrati di superficie nella zona intorno a piazzale Verdi, piazza della Magione e via Cittadella - dove sono in corso i lavori di riqualificazione.
Da settembre 2015 a oggi - ma le ricerche continuano - nei vari ambienti dell'immenso complesso sono venute alla luce, oltre alle mura trecentesche, anche resti di epoche anteriori e successive al 1300. Un suggestivo percorso attraverso i secoli che racconta quello che c'era prima della Manifattura, nata a metà del 1800.
Lo ha illustrato per la prima volta pubblicamente la stessa Abela durante la presentazione del libro “I signori delle rupi”, scritto dagli archeologi Giulio Ciampoltrini - coordinatore a Lucca per la Sovrintendenza archeologica fiorentina e direttore degli scavi alla Manifattura -, Paolo Notini e Silvio Fioravanti.
Il volume raccoglie i risultati di quarant'anni di ricerche in Garfagnana relative all'Età del Bronzo. Il titolo si riferisce alla scoperta più significativa: un ornamento femminile molto elaborato e appartenuto a una donna d'alto rango, di quelle popolazioni ricche e potenti, cioè, che dominarono le rupi dell'Alta Garfagnana negli anni intorno al 1000 avanti Cristo.
Con i ritrovamenti alla Manifattura, invece, si torna a epoche meno lontane. Alla metà del 1800 la fabbrica sorse su edifici preesistenti, il più importante dei quali era il convento di San Domenico, del XVI secolo, nato a sua volta su altre macerie. Ma di quei resti più antichi non tutto è andato distrutto: negli scavi sono stati infatti trovati una tomba e alcune parti di muri altomedievali.
La scoperta più sensazionale è tuttavia quella della muratura trecentesca, a giudizio del team di Abela da collegare quasi sicuramente alla fortezza dell'Augusta. Molto esteso, il muraglione venne usato come fondamenta quando fu edificato il convento. «Si tratta - sottolinea Ciampoltrini - di un'autentica reliquia».
Sono rare le tracce, infatti, di quella che per oltre un secolo, dal 1322 al 1430, fu una vera e propria città nella città.
Voluta da Castruccio Castracani come simbolo del suo potere, l'Augusta si estendeva per un quinto del centro storico, dall'attuale piazzale Verdi a via del Fosso, ed era protetta da ventinove torri.
Parzialmente distrutta nel 1370, trent'anni dopo Paolo Guinigi volle emulare Castruccio e la ribattezzò “Cittadella” che resse finché la sua Signoria non fu deposta. Con Guinigi, cadde definitivamente anche la fortezza. Sui cui resti fu costruito, poi, il convento di San Domenico arrivato ai giorni nostri dopo la trasformazione in fabbrica per il tabacco.
Del monastero gli scavi hanno portato alla luce strutture murarie, laddove un tempo c'erano il refettorio e la cucina, oltre al forno per il pane, alla cisterna interrata per l'acqua e vari manufatti. Un insieme di ritrovamenti che Ciampoltrini definisce importanti per la ricostruzione di un monumento perso della città, conosciuto finora solo sulle carte conservate negli archivi.
Non meno interessanti le scoperte relative all'epoca più recente, quelle che coincidono con la nascita e lo sviluppo della Manifattura.
In un edificio del complesso, per esempio, sono stati trovati i vecchi forni per l'essiccazione del tabacco: disposti su un lungo corridoio, risalgono alla fine del 1800. |