LIVORNO - Le pietre della città parlano Alla scoperta di stemmi e lapidi 09 febbraio 2016 IL TIRRENO
Le pietre parlano: camminando nelle vie più antiche di Livorno, dalla Venezia Nuova ai Borghi ottocenteschi, ma pure in luoghi di ricostruzione postbellica, possiamo incontrare molte testimonianze del passato rappresentate da lapidi commemorative, stemmi gentilizi, indicazioni stradali oppure incisioni sul marmo. In questo viaggio fra le testimonianze della vecchia Livorno ci accompagnerà la conferenza in programma giovedì 11 febbraio (ore 17,30) al Museo di storia naturale del Mediterraneo con l'intervento di Roberto Tessari e Marco Mancini: l'incontro, realizzato in collaborazione con l'Associazione culturale "Livorno come era", rientra nella serie di conferenze organizzate anche questo anno dal Gruppo Archeologico-paleontologico Livornese. L'epigrafe più recente, apposta dopo la ricostruzione postbellica del centro cittadino, ci riporta all'Alto Medio Evo: sul pavimento del porticato del blocco Pini-Torricelli, in via Grande, a pochi passi da piazza Guerrazzi, è stata infatti riportata la posizione dell'antica pieve di Santa Giulia che sorgeva in località Trebialdule (o Waralda). Sebbene consunte dal tempo suscitano ancora commozione quelle iscrizioni incise sulle spallette settecentesche del Ponte di Marmo e del Ponte di San Giovanni Nepomuceno. Sono quelle che nel 1856 la scrittrice Angelica Palli ha definito "un cenotafio consacrato dai figli della Venezia alla memoria dei loro morti". Racchiudono poche parole: nome, cognome e soprannome del defunto e talora l'esortazione "Pregate per lui". Al termine sarà proiettato un docufilm su Fattori, Modigliani e Mascagni. Info: ingresso libero. Roberto Riu
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