CORMÒNS - La Sovrintendenza: niente fotovoltaico sul tetto del Comune di Matteo Femia 11 marzo 2016 il messaggero veneto
CORMÒNS Posizionare il fotovoltaico in pieno centro storico? Non è da tutti, soprattutto se a presentare la domanda è un ente pubblico. La vicenda in questione ha del paradossale. Sì, perchè quello che è riuscito a privati cittadini, pare impossibile ai vigili urbani. È quanto accade a Cormòns. Il Comune si è visto rifiutare dalla Sovrintendenza alle Belle Arti il via libera all'installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto della sede della polizia municipale, sita proprio accanto al Museo del Territorio nell'ampio complesso attinente a Palazzo Locatelli, sede del Comune. Un «niet» motivato dal fatto che anche la struttura che ospita il comando dei vigili urbani è in pieno centro storico, e quindi come tale soggetta a maggiori ristrettezze in ambito architettonico e paesaggistico rispetto ad altre aree. Peccato che, come sottolinea il sindaco Luciano Patat, questo regolamento assai poco permissivo nei confronti dell'ente pubblico non valga per tutti. «Purtroppo oggi la burocrazia è ferrea in questo senso con le istituzioni pubbliche, che è quindi costretto a rinunciare all'ipotesi di posizionare materiale sicuramente in grado di fornire un servizio più economico e rispettoso dell'ambiente come il fotovoltaico – spiega il sindaco –, mentre, direi fortunatamente, per il privato le regole sono meno ferree, e a testimonianza di ciò c'è il fatto che sono diversi i privati che sui tetti del centro storico hanno potuto posizionare senza troppi problemi questi pannelli. Cosa che invece al pubblico non è permesso, e quindi a causa del «no» da parte della Sovrintendenza alla nostra richiesta, abbiamo dovuto rinunciare all'ipotesi di installarne sul tetto della sede di polizia municipale. E a nulla è servito nemmeno il fatto che la struttura in cui sono ospitati i vigili abbia una copertura che non è visibile dall'esterno, perché spiovente verso l'interno dell'area comunale. E quindi non andrebbe di fatto ad alterare la visione del centro storico da parte di chi passeggia o transita nelle vie limitrofe». Insomma, un no motivato, leggi alla mano, dalla necessità di salvaguardare l'opera architettonica da qualunque possibile scempio di tipo moderno, ma che in questo caso si scontra con un intervento poco invasivo e che avrebbe permesso risparmi all'ente pubblico. Che, invece, a causa di questo divieto si ritrova con le mani bloccate, impossibilitato a svolgere l'intervento. «È certamente una legislazione, quella sui centri storici, che dovrebbe essere adeguata alle nuove esigenze: non si capisce davvero perché, a parità di posizionamento, un edificio possa ospitare dei pannelli fotovoltaici in quanto struttura privata, e magari quello accanto no perché di proprietà di un ente pubblico», conclude Patat. Quello del negato permesso al'installazione dei pannelli fotovoltaici è un altro capitolo del difficile rapporto avuto in questi anni dal Comune di Cormòns con la Sovrintendenza regionale, che nel corso dei due mandati del sindaco Patat ha sinora sempre negato anche la richiesta dell'amministrazione municipale di abbattere almeno una (quella interna) delle due palazzine ancora in piedi nell'area ex caserma Amadio.
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