GRADISCA Tutti i beni abbandonati di Luigi Murciano 09 marzo 2016 Il MESSAGGERO VENETO
Tasselli mancanti di un mosaico interminabile. Stiamo parlando di alcune delle storiche cattedrali nel deserto di Gradisca, opere pubbliche – ma non solo – che più o meno regolarmente fanno capolino nella cronaca locale, nei programmi elettorali e nei summit di amministratori e funzionari. Eppure il loro destino continua a essere quello dell'abbandono . Certo, crisi e spending review giocano un ruolo importante e in un certo senso "liberano tutti" - enti pubblici in primis - in questo curioso nascondino, ma la sensazione di impotenza rimane. Nella cittadina della Fortezza del resto vi sono abituati: il restauro del teatro comunale durò tre decenni. Ex caserma gdf ed ex macello. L'ex caserma delle Fiamme gialle fu acquisita a titolo gratuito dal demanio militare nel 2001, dall'allora amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Fabris. Pareva l'inizio di un percorso virtuoso, e invece si è rivelato un piccolo incubo. Perché il tetto dell'edificio implose appena pochi giorni dopo il passaggio al Comune di Gradisca. Quindici anni dopo, è tutto come prima, tranne il tetto: quello continua a cedere. L'ipotesi di un'alienazione della caserma pur di recuperare l'edificio (magari con vincolo commerciale) e fare cassa, era stata bocciata durante il primo mandato del sindaco Tommasini: a differenza di ciò che avvenne - ad esempio - del Mercato coperto. Ma il dibattito politico negli anni ha visto ingrossarsi e non poco anche il "partito" dei favorevoli alla sua demolizione: non foss'altro che per ragioni paesaggistiche. Un suo abbattimento spalancherebbe la vista sul vicino Isonzo e sul Carso. C'è - o sembrava esserci - un'ultima carta da giocare per il Comune per reinserire nel tessuto urbano l'ex caserma senza svenarsi. Ovvero il Pisus "Pedalando", che coinvolgeva Gradisca (comune capofila), Cormòns e Sagrado. Ma la "beffa" del mancato finanziamento del 2013, nonostante il Pisus isontino rientrasse in gaduatoria fra i progetti meritevoli di attenzione, ha per ora congelato tutto. Castello. Dismesso dallo Stato come compendio militare nel 1984, 30 anni di inchiostro e parole dopo, l'obbiettivo dichiarato è la sua concessione cinquantennale a privati. A questo sta lavorando una "task force" composta da Demanio, Soprintendenza, Regione e Comune. Toti Bergamas. Dismessa dallo Stato nel '95. Con i suoi 52mila metri quadrati, ovvero gli stessi del centro storico, l'area ex militare rappresenta - o avrebbe rappresentato, in tempi meno grami di questo - la chiave per lo sviluppo della cittadina. Ma vent'anni di sostanziale immobilismo da parte dello Stato centrale hanno rallentato ogni tentativo di recupero del bene.
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