MANTOVA Podestà a rischio rincaro "Avanti lo stesso con i lavori" di Sandro Mortari 06 marzo 2016 LA GAZZETTA DI MANTOVA
I 14 milioni potrebbero non bastare per le modifiche volute dalla sovrintendenza. Palazzi: si può dividere il primo lotto in stralci e partire ugualmente
MANTOVA. Palazzo del Podestà, forse si riparte. Per la metà di marzo il Comune attende il via libera della sovrintendenza al progetto definitivo di recupero dell’edificio storico di piazza Erbe, dopo le modifiche richieste per il consolidamento strutturale e il miglioramento antisismico. I lavori sono fermi da più di un anno e solo con l’approvazione del nuovo progetto il cantiere potrà ripartire. Non sarà però una cosa immediata perché il Comune e l’associazione temporanea di imprese tra Consorzio cooperative costruzioni di Bologna e Piacenti di Prato, che ha vinto l’appalto, dovranno riunirsi per rivedere l’intero quadro economico del primo lotto. Il pericolo, infatti, è che a seguito delle modifiche volute dalla sovrintendenza il costo dei lavori abbia un’impennata e non si riesca a rimanere nel budget iniziale dei 14 milioni di euro.
«Il rischio c’è - ammette il sindaco Mattia Palazzi -, ma la nostra priorità è riavviare subito il cantiere. Se non dovessero bastare i soldi - annuncia - siamo pronti ad andare avanti per stralci: le attività commerciali che sono sotto il Podestà hanno il diritto di conoscere i tempi di intervento». La sovrintendenza ha in mano dall’ottobre scorso il progetto riveduto e corretto. La Ccc lo ha dovuto cambiare in corsa quando si è trovata di fronte al no all’intervento di consolidamento strutturale basato sulle fibre di carbonio. La sovrintendenza ha imposto una soluzione diversa che, molto probabilmente, implica un costo superiore.
Il progetto è stato rimodulato finalizzandolo alla messa in sicurezza del palazzo e alla realizzazione del vano scale tra la Ragione e il Podestà. Ciò ha comportato l’abbandono del recupero integrale del corpo che dà su piazza Broletto e che, inizialmente con la giunta Brioni, si voleva destinare a uffici comunali (era la parte sottostante, una volta sede del museo Nuvolari). Oltre al problema delle modifiche progettuali, ad incidere sui costi futuri potrebbe essere il ponteggio che cinge il Podestà e si spinge sino alla Ragione. Solitamente, il ponteggio è un costo a parte che aumenta giorno per giorno visto che la struttura è a noleggio.
Un rischio per il Podestà dato che si sono già sforati i tempi (il contratto è stato firmato il 18 aprile 2014 e i lavori avrebbero dovuto concludersi in 30 mesi, entro ottobre di quest’anno). In questo caso, però, l’appalto è stato fatto «a corpo», per cui il prezzo dell’impalcatura, fino a che non ci sarà l’ok della sovrintendenza, è fisso. E, quindi, non ci sono costi in più per il Comune. Il problema si porrà dopo, quando sarà rivisto il quadro economico in base alla decisione della sovrintendenza. Da quel momento, ad eventuali aumenti dei lavori andranno aggiunti quelli per il noleggio delle impalcature. Si dovrà, dunque, fare attenzione e calcolare al centesimo quanto è stato speso finora dei 14 milioni e quanto resta ancora a disposizione. Sapendo fin da ora che sarà difficile reperire altre risorse e che i 10 milioni per il secondo lotto non ci sono ancora.
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