Verona. «Ho saputo la notizia e sono corsa qui. Ero convinta che ci fossero le opere» Enrico Presazzi Corriere del Veneto - Verona 17/3/2016
Amarezza per il mancato recupero dei dipinti. Il prof: «Serve più sicurezza»
VERONA. Pasquale passeggia davanti alla coppia di amici e fa da cicerone: «Qui dentro, un po’ di mesi fa hanno portato via i quadri. Una super rapina».
Dominique e Sabine, arrivati dal Belgio, ascoltano interessati e stupiti: «Una rapina? In un museo come questo? Incroyable (incredibile, ndr)».
Nel cortile di Castelvecchio, anche ieri è stato un viavai continuo di turisti e visitatori. Ma in pochi erano a conoscenza dell’importante svolta nelle indagini con gli arresti dei componenti della banda che aveva messo a segno il colpo dello scorso 19 novembre. Pablo e la moglie, turisti di Buenos Aires, scuotono la testa: «Che tristezza, abbiamo visto i dipinti sul pannello informativo all’esterno del castello e abbiamo deciso di visitare le sale. Ma all’interno c’erano solo piccole riproduzioni. Non sapevamo nulla della rapina». Franca, docente del liceo Crespi di Busto Arsizio sta accompagnando i suoi alunni in gita d’istruzione: «Avevamo organizzato tutto prima di sapere degli arresti - commenta -. Adesso speriamo che trovino i quadri per la prossima volta che torneremo qui».
Luciana è tra i più delusi: «Ho visto i titoli dei giornali questa mattina e mi sono precipitata qui: ero convinta che le opere fossero già state sistemate al loro posto».
Serviranno ancora indagini e tempo, ma Riccardo Battiferro Bertocchi, storico dell’arte appena uscito dalla biblioteca di Castelvecchio, pensa già al futuro: «Adesso si deve attendere il recupero e poi occorrerà che qualcuno si metta una mano sul cuore... e sul portafogli. Un’esperienza del genere deve far riflettere sulla vulnerabilità di un patrimonio così importante: Verona, con il tessuto imprenditoriale che la caratterizza, non può tollerare che un museo come Castelvecchio non sia adeguatamente protetto. Ormai si sponsorizza di tutto, persino la sagra di paese, è possibile che non ci sia nessun privato disposto a investire nella sicurezza di un luogo simile?».
Tra i dipendenti, nonostante l’ordine tassativo di non rilasciare dichiarazioni, i volti lasciano trasparire ottimismo. «Finalmente - commenta a bocca stretta uno di loro -. Questi sono stati mesi davvero difficili». |