Rezzato (BS). Le opere della Pinac vanno a Madrid ma qui ancora in pochi le conoscono Tino Bino Corriere della Sera - Brescia 19/3/2016
Una trasferta andalusa per i disegni custoditi dal PinAC,la pinacoteca dell’età evolutiva che da decenni raccoglie nella piccola,ordinatissima sede di Rezzato fogli e tavole provenienti da ogni parte del mondo. Quello della pinacoteca rezzatese è un catalogo straordinario dedicato alla creatività infinita dell’infanzia,la cui fantasia inventiva è l’approdo agognato dai grandi pittori di ogni tempo. Già è capitato di confrontare i grandi capolavori del novecento con tavole provenienti dalla PinAC e ne sono usciti risultati sorprendenti,sguardi increduli,scambi di attribuzione. La Pinacoteca è un museo conosciuto per la sua alta specializzazione,visitato su prenotazione da studiosi di grandi università,da specialisti della didattica e del design che trovano abbondante materia di studio,incredibili spunti di lavoro,inediti percorsi didattici. Ed è per questo,che nell’ambito di un progetto europeo,dieci grandi fogli della Pinac sono esposti alla facoltà di scienze umane della pontificia università di Madrid. Un riconoscimento non inusuale per la qualità scientifica della raccolta,che è soprattutto una «vertigine della lista»,una lista delle meraviglie. Meriterebbe, sarebbe doverosa una esposizione permanente, con mostre tematiche, o per provenienza geografica, o per stagioni di produzione, o per età degli autori. Potrebbero alternarsi con intensa periodicità. La raccolta ha materiali, correttamente custoditi, per un lavoro di molti anni, e quasi tutto inedito. Eppure pochi bresciani ne conoscono la presenza e l’indirizzo che non figurano mai nella letteratura d’arte della città che dovrebbe al contrario annoverare quel Museo come una della collezioni originali dell’organizzazione artistica bresciana. E che, considerazione laterale, testimonia ancora una volta come solo la nuova dimensione della città, la «grande Brescia» sia in grado di allargare una offerta, di soddisfare una più ampia domanda. Se è vero che la «Grande Brescia», la città metropolitana nasce dalle funzioni che la mettono in rete, eccone un possibile percorso, un ruolo che aiuterebbe la pinacoteca di Rezzato a diventare un riferimento del sistema museale bresciano, e garantirebbe all’utenza, al mercato un luogo esclusivo, unico nel genere da esplorare. E così quell’istituto avrebbe più risorse, e più risorse potrebbero generare più mostre, più ricerche, più offerte di decentramento in provincia, in Regione, in Italia, in Europa. Anche questo è un utile appunto per Brescia musei che si appresta a ritentare un partenza. Ma è soprattutto un invito alla politica e alle amministrazioni locali: che sappiano valorizzare i patrimoni e le identità di cui sono dotati.
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