«Il Mart funziona se fa rete con il mondo» Annalia Dongilli Corriere del Trentino 20/3/2016
Il comitato scientifico: «Entusiasti di Maraniello». Il direttore: sinergie con Verona e Modena
Per le occasioni importanti le famiglie si ritrovano al completo. E così è stato ieri al Mart, dove, l’inaugurazione della mostra di Giuseppe Penone ha portato a museo tutto il comitato scientifico e il consiglio d’amministrazione: c’erano Francesco Casetti (docente a Yale), Bice Curiger (direttrice della Fondazione Van Gogh, Arles), João Fernandes (vice direttore del Museo Reina Sofía di Madrid), Severino Salvemini (docente alla Bocconi) e Carlo Sisi (ex direttore di Palazzo Pitti) vicino alla presidente Ilaria Vescovi e ai consiglieri Matteo Lunelli e Stefano Andreis. Primus inter pares il direttore Gianfranco Maraniello, pronto a sottolineare il valore della sua squadra nei primi positivi passi compiuti dal museo in questi mesi di lavoro.
Eppure primus , perché nonostante la soddisfazione espressa dai consiglieri per quanto fin qui fatto dell’ex numero uno del Mambo, in controluce ne esce un ritratto da leader, capace di grande ascolto eppure pronto a decidere quando serve. «Nelle riunioni del comitato discutiamo degli indirizzi, il direttore presenta un programma e si cerca di individuare le criticità». E quali sono le criticità del Mart? «Nella prima riunione — glissa Sisi — il direttore ci ha illustrato i compiti. Oggi siamo arrivati e i compiti sono stati svolti egregiamente». Insomma se c’è qualcosa da sistemare, sembra essere la linea del direttore, si fa e poi, semmai, lo si dice. «Maraniello ha la capacità di tenerci inchiodati al pc per ore» afferma ridendo Casetti, che con la sua presenza a Yale ha «regalato» al Mart una rinata collaborazione con gli archivi futuristi qui depositati.
È proprio la cifra «interdisciplinare e internazionale» di questo comitato — come ha tenuto a sottolineare il coordinatore Salvemini — che ne rappresenta la forza. «Abbiamo provenienze disciplinari e geografiche diverse. Questo è importante, perché il museo è sicuramente un’esperienza estetica e artistica ma è anche un’istituzione sociale. Il direttore, con un’operazione di pulizia, sta costruendo il nuovo Mart rivitalizzando la sua tradizione».
Collaborazioni con Londra, Madrid, Milano sono solo l’inizio di una nuova era? «Un museo — risponde Fernandes — non può esistere isolato. Lavorando con altre collezioni vogliamo aggiungere storie alla storia che già altri hanno scritto». E il direttore è pronto: «La realizzazione di un sistema integrato con gli altri musei roveretani e provinciali è il prossimo passo. Così come sono importanti le collaborazioni con Bolzano, Riva, Modena e Verona».
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