Vasariano, servono 5 milioni per aprirlo. Il direttore Schmidt: parte arriverà dal Comune Chiara Dino Corriere fiorentino 22/3/2016
Schmidt alla mostra sulla scultura lignea: «Una parte ce la darà il Comune, l’altra la troveremo noi»
Il blitz di Vittorio Sgarbi alla presentazione della bella mostra degli Uffizi Fece di scoltura di legname e colori dedicata alla scultura lignea dipinta del Quattrocento sposta per un po’ l’attenzione su altro, sul progetto del Corridoio Vasariano in particolare di cui da giorni si parla con sempre maggiore attenzione. Anche il critico di Ferrara vuol dire la sua sul progetto di riunificazione di Uffizi e Palazzo Pitti attraverso la riapertura al pubblico del camminamento voluto da Cosimo I.
Quel progetto, sul quale Eike Schmidt vuole procedere a ritmi serrati — dovrebbe partire entro fine anno e concludersi alla fine del 2017— è stato in parte anche quantificato. Costerà (compresi i lavori di adeguamento con la costruzione delle uscite di sicurezza e di quelle per i disabili) circa 5 milioni di euro. «I fondi — spiega lo stesso direttore Eike Schmidt — non si potranno prelevare dai 18 milioni di euro stornati dallo Stato per i Nuovi Uffizi a settembre scorso, quelli sono tutti già impegnati. Dovremo trovarli altrove. In parte verranno dal Comune. Dario Nardella nei giorni scorsi ha già annunciato il contributo di 530 mila euro, ed è già qualcosa. In parte arriveranno dai nostri introiti e per il resto si vedrà». Così come si vedrà il da farsi sull’allestimento interno del Vasariano. È su questo punto che Vittorio Sgarbi interviene: «L’idea di aprire il Corridoio mi pare molto bella. Questa cosa di dover fare liste d’attesa lunghissime è veramente intollerabile. Inoltre è coerente con il mandato ricevuto da Schmidt da parte del ministero, un mandato che lo vede direttore di Uffizi e Pitti come organismo unico; quello che mi lascia perplesso è l’idea di eliminare tutti gli autoritratti dal camminamento. Se il direttore Eike Schmidt o l’architetto Antonio Godoli lo vorranno sono disposto a fare un giro con loro dentro il Corridoio per studiare insieme una soluzione possibile. Forse non è necessario portarli via tutti quanti. Il percorso potrebbe ospitare, ad altezza di sicurezza, gli autoritratti di dimensione più piccola o la collezione gioviana (la raccolta di ritratti esposta nei corridoi monumentali degli Uffizi ndr. )» Schmidt accoglie l’offerta, prende tempo, e si accompagna con Sgarbi lungo la teoria delle sculture della mostra curata da Antonio Bellandi.
Mostra bella e particolare anche perché la scultura lignea dipinta è sempre stata considerata più espressione di ragioni devozionali che artistiche. Un errore data la portata dei pezzi esposti al secondo piano degli Uffizi dove spiccano non solo opere note (il celeberrimo Crocifisso di Santa Croce, il San Giovanni Battista di Venezia) di Donatello ma anche sue dubbie (il San Girolamo di Faenza) e nuove attribuzioni (il San Pietro Martire della chiesa di san Domenico di Fabriano). Tra i pezzi più belli, che testimoniano la collaborazione tra artisti diversi (scultori e pittori), un notevole busto di Santa Caterina della cerchia di Desiderio da Settignano in prestito dal Louvre, il San Giovanni Battista di Francesco da Sangallo, e tre Crocifissi (quello di Giuliano da Sangallo che proviene dalla Basilica della Santissima Annunziata, quello di Benedetto da Maiano custodito nel museo Civico di san Gimignano e quello del Museo di San Marco di Baccio da Montelupo. Tra i pezzi che mancano i Crocifissi fiorentini di Brunelleschi e Michelangelo e la Maddalena Penitente di Donatello. In compenso c’è la Maddalena di Desiderio da Settignano normalmente in Santa Trinita. Un capolavoro.
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