«L’Arsenale è di tutti i cittadini. Ci vorrebbe una consultazione» Camilla Bertoni Corriere del Veneto - Verona 23/3/2016
Cecchini, decano degli architetti: bisogna che resti la vocazione a verde dell’area
VERONA. «La prima cosa da fare di fronte a un edificio di tale valore come l’ex Arsenale austriaco è innanzitutto restaurarlo, come chiede la Soprintendenza. Una volta salvaguardate le strutture, si può pensare alla sua destinazione per la quale bisogna partire da un dato storico». A spiegarlo è l’architetto Libero Cecchini che, dall’alto dei suoi 96 anni, come protagonista della ricostruzione e del restauro della città nel dopoguerra, di storia se ne intende. «Il piano regolatore di Plinio Marconi elaborato nel 1975 e in vigore fino a non molti anni fa, prevedeva – spiega il decano degli architetti di Verona – di abbattere l’Arsenale per ricavare un grande campo sportivo o comunque verde pubblico. Abbiamo scampato l’abbattimento solo per la presenza dei militari. Poiché sulla base di questo verde è stato quantificato lo sviluppo urbanistico dell’area di Borgo Trento, la zona deve essere salvaguardata come tale. Non si può rischiare che un giorno qualche privato chiuda un cancello e limiti l’accesso. Inoltre, essendo un bene storico e ambientale comune, la città, e in particolare gli abitanti di Borgo Trento, andrebbero ascoltati con una consultazione».
È la mancata consultazione del parere degli architetti veronesi che fa notare invece il presidente dell’Ordine Arnaldo Toffali: «Non intendo entrare nel merito del progetto – spiega - perché ritengo inutili le continue esternazioni spot, di fronte alle soluzioni che vengono tirate fuori dal cappello dei privati: sarebbe necessaria invece una disamina più approfondita e generale, sulla base di una programmazione culturale, urbanistica ed economica seriamente elaborata. Gli ordini professionali dovrebbero essere interpellati sul recupero di porzioni importanti della città». Nemmeno Anna Braioni, architetto e urbanista, membro del Fai, vuole entrare nel merito del progetto: «Al di là della bellezza o meno del progetto presentato ieri, resta una questione fondamentale: se si frammenta l’Arsenale in una quantità di destinazioni diverse, la città perde una grandissima occasione. Quello spazio è il più adatto ad accogliere il Museo di Storia Naturale, l’istituzione culturale più grande e più importante della città, purtroppo ampiamente sottovalutata. Un’istituzione che dai tempi di Sandro Ruffo (fu lui a proporre il progetto di trasferimento all’Arsenale) dialoga con altre a livello internazionale. È una raccolta quella del museo veronese che il Muse di Trento ci invidia e che vorrebbe in prestito. Avendo uno spazio come quello dell’Arsenale – conclude Braioni -, si potrebbe valorizzare il contenuto dedicato alla biodiversità che caratterizza le raccolte, ampliando il discorso anche alle diversità culturali. Insomma un progetto di grande respiro che diventerebbe un fulcro culturale della regione».
Infine Giovanna Alberti, che fa parte dell’associazione Abitare Borgo Trento Onlus, commenta: «Vivo con angoscia il degrado, e chiedo che si faccia qualcosa subito. Visto che ci sono dei soldi, cominciamo a impiegarli per evitare la distruzione totale del complesso».
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