CAMPANIA - SALERNO - Piano di rilancio per il Polverificio di LUIGI NOVI 19 aprile 2016 La città di Salerno
L'antica Pompei sarà custodita nell'Ex Real Polverificio Borbonico di Scafati, che passa definitivamente nelle mani della sovrintendenza archeologica di Pompei. La consegna al ministero per i Beni Culturali e il Turismo, guidato da Dario Franceschini, del complesso demaniale dell'Ex Real Polverificio Borbonico è stata perfezionata ieri mattina presso gli uffici della sovrintendenza pompeiana. I verbali sono stati sottoscritti per conto del Mibact dal direttore generale della Soprintendenza Pompei, Massimo Osanna e per conto dell'Agenzia del demanio dal responsabile dei Servizi Territoriali per le Province di Avellino e Salerno, Pierpaolo Russo. La consegna del grande parco di epoca borbonica e dei numerosi manufatti del compendio, «permetterà - spiega una nota - nel quadro del Grande Progetto Pompei e in sinergia con le comunità locali, di restituire alla cittadinanza, agli studiosi e ai turisti una delle aree demaniali di maggiori dimensioni e di maggior pregio storico-culturale e paesaggistico-ambientale e consentirà di realizzare un centro polifunzionale a servizio del sito archeologico pompeiano con uffici, foresterie, sala conferenze-auditorium, sale studio, laboratori, spazi per eventi culturali e mostre e per l'archiviazione organica, la catalogazione, l'esposizione e lo studio dei reperti archeologici». L'obiettivo della sovrintendenza sarà quello di utilizzare la maestosa struttura di via Pasquale Vitiello, a Scafati, insieme all'area che ricade nel territorio pompeiano, nell'ambito del progetto di valorizzazione dell'area archeologica di Pompei tra le più grandi al mondo. Un ponte culturale e turistico, quindi, tra Pompei e Scafati, e, in particolare tra Pompei e l'intera Valle del Sarno, un'area in cui si concentra una parte straordinaria dell'economia campana e dove sarà possibile realizzare un parco di collegamento lungo l'asse Nuceria-Pompei. La Real Polveriera di Scafati nasce da un disegno strategico di Ferdinando II di Borbone inteso a creare uno stabilimento per la produzione della polvere nera atto a sopperire al fabbisogno del Regno delle Due Sicilie. I lavori, preceduti da intensi studi condotti anche all'estero con la finalità di realizzare il processo produttivo secondo i canoni scientifici più avanzati, iniziarono nel 1851 e già nel 1854 il Polverificio era entrato a regime. La rettifica del basso corso del Sarno, un'opera di bonifica di considerevole portata intrapresa da re Ferdinando nel 1855 e conclusa appena due anni dopo (da allora il fiume fu navigabile nel suo ultimo tratto fino al mare), ebbe come conseguenza un significativo ampliamento territoriale e produttivo della fabbrica, al punto che nel periodo post-unitario essa divenne una delle due che rifornivano di polvere nera le intere forze armate italiane. «Questa struttura è la memoria storica del nostro passato borbonico, un passato da rispettare e da curare – ha sottolineato l'assessore alla Cultura di Scafati, Antonio Fogliame - Portare i reperti dell'antica Pompei nella struttura borbonica è davvero una grande iniziativa se pensiamo che i veri e propri scavi iniziarono proprio con re Carlo di Borbone. Scafati usufruirà di una grande opportunità d'ora in avanti». L'idea di utilizzare l'ex Polverificio dei Borbone, precedentemente dismessa dal Cra (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi delle economia agraria, già Istituto Sperimentale Tabacchi) e dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, come museo dei reperti pompeiani fu lanciata dal soprintendente degli Scavi Archeologici di Pompei, Massimo Osanna, alla Borsa Internazionale del Turismo Archeologico, tenutasi a Paestum lo scorso novembre. Attualmente la struttura borbonica ospita mostre e grandi eventi. Nei prossimi giorni l'assessorato alla Cultura aprirà le porte del Real Polverificio alle opere di Francesco Iuliano, artista nato all'ombra del Vesuvio e che ha riscontrato felice riconoscimento di critica e di pubblico.
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