Alla Cavallerizza la galleria cittadina per grandi mostre GABRIELE GUCCIONE 20 aprile 2016 LA REPUBBLICA
ECCOLO, il sospirato piano che mira a restituire ai torinesi la Cavallerizza Reale trasformata nel "distretto culturale della città", per usare la definizione che ne ha dato il sindaco Piero Fassino. Ostello low cost, albergo, residenze universitarie, biglietteria unificata delle attività culturali torinesi, sede di Turismo Torino ed Edisu e, dulcis in fundo, incubatore dell'Università per le imprese culturali: un cuore pulsante da trapiantare al centro della Torino che si è rivelata al mondo per la propria vocazione turistica e culturale, e che la arriccherà di un nuovo teatro, nel Maneggio Alfieriano affidato allo Stabile, e di un grande spazio centrale, finora mancante, per le grandi mostre cittadine; la nuova galleria progettata, e già adottata dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha promesso di finanziarla con 2 milioni di euro, nel transetto al centro delle ex scuderie sabaude, tra i Giardini Reali e via Verdi, per la quale il Comune immagina un futuro pedonale. Un piano da 100 milioni di euroi, tra parte pubblica e privata, per fare della "Cavallerizza un distretto culturale, il primo di questo genere in Italia", ha specificato Fassino, alla presentazione, ieri, del masterplan elaborato, dopo un anno di doglie, dall'assessore al Patrimonio, Gianguido Passoni, dagli architetti di Homers, coordinati da Matteo Robiglio, e dagli economisti di Equiter, diretti da Enrico Bertoni. Per la prima volta vengono definiti sulla carta i contorni di cosa si potrà farenel rispetto dei vincoli di Soprintendenza e 'Unesco, dentro il complesso, diviso nella proprietà tra Comune e Cassa depositi e prestiti. Il librone presentato ieri ai "soci" del tavolo Cavallerizza è "una mappa delle opportunità e dei vincoli", hanno chiarito Passoni e Robiglio. Così i compratori privati, o gli investitori anche pubblici che prenderanno in affitto le diverse parti sapranno in anticipo che cosa sarà loro concesso fare. Vincoli dichiarati in anticipo dalla soprintendente Luisa Papotti, che accompagna il lavoro di pianificazione e il 5 aprile è stata a Roma, insieme a Passoni, per rispondere all'Unesco sull'esposto presentato dai "cavallerizzi" che da due anni occupano le ex scuderie, gli stessi a confermare ieri le loro critiche sul progetto e sulle operazioni immobiliari del Comune: "La decartolarizzazione del Maneggio e del Salone delle guardie, costata 1,5 milioni, è stata fatta solo perché la società di cartolarizzazione è sull'orlo del fallimento". Per Passoni, invece, "il masterplan è la prima risposta all'Unesco: un piano di investimenti per recuperare al godimento pubblico e culturale un complesso rimasto per decenni in preda al degrado, e aperto solo per il 10 per cento della superficie. L'obbiettivo finale del masterplan è di arrivare a renderlo fruibile all'87 per cento.
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