Appia Antica shock sesso a pagamento nelle rovine romane RORY CAPPELLI 04 giugno 2016 LA REPUBBLICA
IL ragazzo seduto su un pilone si accende indolente una sigaretta. Aspira una voluttuosa boccata e si guarda intorno. È la versione contemporanea del Riccetto di Pasolini, la Suburra, il sottoproletariato urbano che ormai non esiste più. Ma che ci fa qui, all'incrocio tra via dell'Aeroscalo, quasi di fronte all'aeroporto di Ciampino, e via Appia Antica, al IX miglio? Qualche decina di metri più in là s'intravede un mausoleo circondato da un cancello di ferro verde: è attribuito alla famiglia dell'imperatore Gallieno, morto nel 268 d.C., e stava letteralmente crollando. Nel 2003 iniziarono i tentativi di recupero, arrivati in porto solo di recente, grazie ai restauri diretti dall'architetto Maria Grazia Filetici e da Rita Paris, responsabile dell'Appia Antica per la Soprintendenza statale.
Riccetto cammina lento. Si ferma accanto a un monumento a edicola che durante i restauri del mausoleo di Gallieno era stato rimesso a posto, con tanto di cancelletto che chiudeva l'accesso. Ma adesso è aperto, il lucchetto è sparito. In terra c'è un materassino verde, involucri di preservativi, condom usati, fazzolettini a decine, calcinacci, qualche lattina, mozziconi di sigaretta. L'ingresso è opposto alla strada, chi passa sull'Appia Antica non vede ciò che succede all'interno. «Ma lo sai che qua ce vengono i marchettari?», dice Riccetto accendendo un'altra sigaretta. «È un posto comodo e tranquillo, sai quanti all'ora di pranzo hanno bisogno de scaricasse un po'? E allora, eccoli, tutti qui, se non si sta attenti c'è la fila, anche perché pe' ‘na marchetta ce vonno 10 euro, 20 euro massimo, te puoi immaginà che clientela de lusso!». Gli appuntamenti in questa zona come in altre del parco dell'Appia Antica, dove ci sono canneti che riparano dalla strada, e altri mausolei, si prendono «ormai con le app, è più facile» spiega Riccetto.
Fa impressione vedere questo monumento da sempre tempio del sesso maschile a buon mercato accanto al mausoleo di Gallieno dove, di recente, sono stati scoperti, dalle archeologhe della Soprintendenza, Carmen Lalli e Livia Giammichele, due coppi in metallo, elementi del tetto della cupola del mausoleo, che si solito si ritrovano in marmo o tutt'al più in terracotta. «Stupefacente» ha detto quando si è ritrovata tra le mani i reperti Carmen Lalli. «Non sembrava possibile che il monumento, tra i più rappresentativi di età imperiale ma purtroppo predato e abusato da tempo, potesse ancora restituire una testimonianza importante del suo glorioso passato».
E chissà cosa potrebbe venire alla luce scavando nel tempio dei marchettari, due metri più in là. Riccetto di certo non lo sa: «Ma che voi che ce stia? Anticaglia. A che te serve?».
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