Brescia. Le bellezze museali della città conquistano il gotha dell’arte Alessandra Troncana Corriere della Sera - Brescia 9/7/2016
Al museo, ieri sono arrivati 150 tra i massimi esperti di musei al mondo: la conferenza di Icom a Milano ha concesso loro un tour in Lombardia, gli indirizzi da visitare erano a piacere. La metà degli ospiti ha scelto Brescia: alcuni sono andati in Val Camonica, altri hanno camminato sulle acque e sulla passerella mozzata e svestita di Christo, altri ancora sono entrati nel passato remoto della città, al Capitolium.
Santa Giulia, primo piano, orario light lunch: orecchiette con pomodorini, piccola patisserie, dopo i dessert i selfie sul terrazzo del bar. «Very beautiful». I love Italy: qualcuno ci ama, e non solo per le acciaierie.
Al museo, ieri sono arrivati 150 tra i massimi esperti di musei al mondo: la conferenza di Icom a Milano ha concesso loro un tour in Lombardia, gli indirizzi da visitare erano a piacere. La metà degli ospiti ha scelto Brescia: alcuni sono andati in Val Camonica, altri hanno camminato sulle acque e sulla passerella mozzata e svestita di Christo, altri ancora sono entrati nel passato remoto della città, al Capitolium. Alla fine, li hanno portati in Santa Giulia e a Sirmione.
«So amazing, stupendo»: capelli bianchi da gitana e maglietta blu, Diana Pardue, la direttrice del museo di Ellis Island, New York, ha visto le divinità decapitate del tempio romano.
«Non ero mai stata qui, me l’hanno consigliato degli amici: hanno detto che non avrei potuto perdermela, e avevano ragione. Questa città è meravigliosa, voglio tornarci» spiega a chiare lettere la direttrice. Del parco archeologico le è piaciuta soprattutto «la parte multimediale: i video, le immagini della Brescia di qualche secolo fa. Ho imparato così tante cose, ne prenderò ispirazione per il mio museo. Non si finisce mai di imparare».
Carol Scott ha calpestato la storia dell’arte: l’hanno portata a Sulzano e Montecolino, a vedere la passerella dell’artista bulgaro amputata dagli operai. «Ci hanno fatto comunque camminare sul ponte: ne avevo sentito parlare, se avessi potuto ci sarei venuta prima. Ha una tecnologia impressionante: al deposito, abbiamo potuto vedere quello che sta dietro al miracolo di Christo». Non l’ha visto coperto dal tessuto giallo dalia. «Vero, ma bianco è più puro». Qui è tutto beautiful: «Just a paradise, un paradiso».
A rendere onore e grazie agli ospiti, il presidente di Brescia Musei Massimo Minini, il direttore Luigi Di Corato, il sindaco Emilio Del Bono, Nini Ferrari, della Provincia e Massimo Ghidelli, di Brescia Tourism.
«Non dico che Brescia sia la città più bella d’Italia, ma di sicuro è la più sorprendente — ha detto Minini — Finita l’iron age, l’età del ferro, stiamo entrando in quella dei computer: l’arte è quello che resta. Tenete a mente i nomi, il panorama e il nostro vino e tornate appena potete. Alla conferenza di Icom ci sono oltre 300 persone: quasi la metà ha scelto di venire qui. È una tappa perfetta per il Grand Tour».
Il benvenuto del sindaco: «Anche noi la consideriamo beautiful questa città: ha una stratificazione storica formidabile e la cultura è la nostra principale ricchezza, ma anche lo strumento per trasformare il contesto urbano e il modo di vivere. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi ma aprici agli altri: è molto forte la voglia di migliorare».
Nini Ferrari, che ha portato gli ospiti nei sotterranei di palazzo Martinengo, ha parlato dei siti Unesco della Provincia e lanciato una proposta: «Manteniamoci in contatto, ci aspettiamo di stringere delle relazioni». |