"Ma lo sponsor non ne faccia un uso privato" ALESSANDRA PAOLINI - Vittorio Emiliani 8 LUGLIO 2016 LA REPUBBLICA
«TRA sponsor e mecenate c'è una bella differenza e, nel caso della Fontana di Trevi, mi sembra chiaro che ci troviamo di fronte al secondo caso». Vittorio Emiliani, editorialista e presidente del Comitato della bellezza, sull'opportunità di far sfilare le pellicce sopra gli zampilli della fontana barocca, qualche dubbio ce l'ha. E premette: «In ogni caso, c'è sempre il buon gusto che deve predominare su tutto. Invece ormai è tutto teatrale».
Sponsor o mecenate, la linea di separazione è comunque sottile.
«Assolutamente no. Il mecenate investe dei soldi per pura generosità, per ridare alla collettività un sito, un monumento più bello. Lo sponsor, invece, si sente in diritto di farne, se occorre, anche un uso proprio. Ed è quello che è accaduto ieri sera».
Però a Roma Fontana di Trevi è tornata nuovamente a splendere.
«Sì, del resto in un Paese come l'Italia dove si spende solo lo 0,19% del bilancio in cultura, è impensabile che il restauro avvenga soltanto grazie allo Stato. Vi rendete conto che nella graduatoria europea noi siamo al 22esimo posto, riguardo agli stanziamenti? Esistono siti archeologici completamente in abbandono. E se la linea che passa è quella dello sponsor, ci saranno rovine in periferia, chiese di campagna, abbazie, biblioteche dimenticate da tutti. Perché i grandi marchi, pensando alla loro immagine, sceglieranno solo i bocconi più prelibati».
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