Uffizi. Il solito giochino (nella città dei veti) Paolo Ermini Corriere fiorentino 12/7/2016
Prima la multa dei vigili urbani per l’audio antiabusivi sotto il loggiato degli Uffizi, ora l’alt dei vigili del fuoco alle aperture del Vasariano riservate a piccoli gruppi. Siamo geneticamente avversi ai complottisti di ogni sorta, ma il sospetto che i passi fatti contro Eike Schmidt non siano solo coincidenze ci è venuto. Non perché ci sia una manina che muove ogni filo, piuttosto vien da pensare a un’ostilità diffusa in quelle zone della città che non hanno gradito la nomina di uno straniero alla guida della più importante Galleria d’Italia e ancor meno apprezzano quello spiccato senso di indipendenza che sembra contraddistinguere la sua gestione.
Il Corridoio è in queste condizioni dalla fine degli anni Novanta. Possibile che qualcuno abbia deciso di denunciare l’insufficienza delle uscite di sicurezza solo ora, alla vigilia dei lavori radicali che dovrebbero consentire l’apertura generalizzata dell’opera? Il progetto del recupero del Vasariano aveva subito suscitato adesioni e critiche trasversali, nel mondo dell’arte, della politica e del sindacato. L’ultima offensiva piacerà a quella Firenze che da sempre alimenta la cultura dei veti, degli sgarbi, del gioco di interdizione che piace tanto a chi si sente sacrificato, non valorizzato, escluso. Un’ottima occasione, al contrario per chiedere a Schmidt di non farsi irretire da chi, in fin dei conti, vorrebbe per Firenze (e per sé) una cintura di sicurezza intessuta di conservatorismo, provincialismo e miopia. Il comunicato stilato dagli Uffizi in serata annuncia il blocco delle visite al Vasariano, ma insieme ribadisce la volontà di andare avanti con il disegno di trasformazione sgomberando da subito i ritratti del Corridoio per sottrarli all’emergenza caldo. Chiamatela sfida, se volete.
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