Lodi. La statua del genio delle mummie salva grazie alle cremazioni Francesco Gastaldi Corriere della Sera - Milano 27/7/2016
I lodigiani sembrano essersi accorti che il «loro» Paolo Gorini esiste ancora. Merito dei ponteggi apparsi da giorni intorno all’effigie ( foto ) dello scienziato lodigiano che, insieme alla poetessa Ada Negri, è uno dei simboli laici della città. Ponteggi adesso, lavori veri e propri entro agosto per ridare un minimo di dignità alla statua di piazza Ospitale che rende omaggio allo «scienziato stregone» vissuto tra il 1813 e il 1881 e autore di tecniche innovative per l’epoca nella preparazione dei cadaveri e anche nella cremazione. Ed è paradossale che proprio la statua di colui che aveva fatto scoperte importanti nel campo della conservazione apparisse condannata al disfacimento. Un insulto per l’effigie in marmo di Carrara realizzata nel 1899 dall’artista locale Primo Giudici che ritrae un Paolo Gorini infagottato nell’inseparabile cappotto guardare contemporaneamente dal giardinetto di piazza Ospitale l’edificio neoclassico dell’Ospedale Vecchio e la chiesa romanico-gotica di San Francesco. In assenza di un intervento del Comune, proprietario della statua, la So.Crem, società di cremazione lodigiana che alla figura di Gorini è molto legata, ha finanziato il recupero: «Fu lui — spiega il presidente Pietro Steffenoni — a realizzare il grande forno del cimitero lodigiano di Riolo che esiste ancora oggi e che all’epoca introdusse un metodo di cremazione sconosciuto in Europa. Non potevamo abbandonarlo». Anche perché Gorini, il cui campo di ricerche è tutt’altro che allegro e per giunta morì in disgrazia, alla città ha sempre ispirato simpatia: non fosse per la sua collezione anatomica in Ospedale Vecchio, un «museo degli orrori» di teste e arti mummificati per lo studio dell’anatomia umana. I soci della So.Crem si sono autotassati e hanno ottenuto un contributo dalla Fondazione Comunitaria. Un tesoretto da 18 mila euro e un progetto che entro novembre restituirà la lucentezza del marmo alla statua che ha il basamento disseminato di crepe. Ad occuparsi del recupero sarà la restauratrice milanese Cinzia Parnigoni sotto la direzione lavori dello studio Ariano. |