Le carenze dietro il boom "Il turista chiede pulizia e più mezzi pubblici" GIORGIO RUTA 28 luglio 2016 LA REPUBBLICA
L'aumento del turismo a Palermo si percepisce a vista d'occhio, le strade del centro sono piene. Ma per gli operatori turistici della città c'è ancora molto da fare: «Più sicurezza, più trasporto pubblico e più pulizia », sono le richieste di albergatori, guide e ristoratori del capoluogo siciliano.
I dati parlano di un più 10,6 percento di presenze nel primo semestre del 2016, rispetto a quello dell'anno precedente. «Questa scia positiva, però, non la stiamo sfruttando a pieno. Diversi fattori storici ci stanno dando un'opportunità e dobbiamo coglierla», ragiona Nicola Farruggio, presidente di Federalberghi Palermo e titolare dell'Hotel delle Poste, prima di lanciare una proposta: «Destiniamo l'imposta di soggiorno che pagano i turisti quando dormono da noi alla promozione all'estero della nostra città. Perché soprattutto da qui passa il futuro di Palermo, non possono essere iniziative di singoli privati a sponsorizzare il volto del capoluogo siciliano fuori dall'Italia».
Bisogna attirare i turisti a Palermo ma poi non bisogna deluderli perché, come dicono tutti, «il passa parola è la nostra prima pubblicità». Aurelio Angelini, direttore della Fondazione Unesco Sicilia stila un elenco di cose da fare: «Ci vorrebbero più servizi igienici sparsi per il centro storico, delle fontanelle per dare ristoro ai viaggiatori e per sprecare meno plastica e poi un'illuminazione migliore». Poi precisa: «Non intendo il semplice cambio di una lampadina, penso, come succede in altre città, a una luce che risalti le caratteristiche architettoniche della città». E di illuminazione parla anche Doriana Ribaudo, titolare dell'Osteria Ballarò: «Spesso i turisti si sentono insicuri camminando per strada, soprattutto nel centro storico. Però la cosa che mi sembra più assurda è un'altra: chi viene a Palermo trova assurdi gli orari di apertura dei siti d'arte. È impensabile che con 40 gradi i turisti vadano in giro per i musei, servirebbe una chiusura posticipata come avviene a Siviglia dove si possono visitare fino alle 22».
Sono loro, gli operatori del turismo, ad ascoltare ogni giorno le critiche dei viaggiatori. E a volte è imbarazzante, sentire le lamentele. «Si, molto », ammette Chiara Utro, guida turistica che deve spiegare ad ogni itinerario come sia possibile che ci sia tanta immondizia in giro. «Ormai li anticipo, gliela mostro io e gli faccio notare il contrasto con la bellezza. È un peccato non avere una città pulita, come è un peccato non avere una rete di trasporti più efficiente, anche verso le altre mete turistiche», conclude la Utro. È d'accordo Claudia Vitale, titolare del B&B "A casa di amici": «Si dovrebbe rafforzare il collegamento con Monreale, è complicato arrivarci con i mezzi pubblici, è costoso andarci con i privati». Tuttavia Vitale ammette di essere contenta «dei miglioramenti compiuti negli ultimi anni, anche sul fronte della sicurezza ». Di immondizia parla anche Michele Bellavista, direttore degli hotel Garibaldi e Vecchio Borgo. «In centro non abbiamo molti problemi, ma nella struttura che dirigo a Borgo Vecchio la situazione non è semplice. Chiamiamo ogni giorno al Comune per far rimuovere i rifiuti che abbiamo davanti all'albergo. Ma c'è molta indifferenza, non si capisce che questo è il biglietto di visita che diamo ai turisti», dice il direttore Bellavista.
Lui non è palermitano, ha aperto il suo ristorante in città soltanto da dieci mesi, ma già si è fatto un'idea. Per Andrea Graziano, titolare di Fud, servirebbe «davvero poco per fare un passo in avanti, bisognerebbe garantire i servizi minimi: sicurezza e pulizia». È contento per la stagione in corso («siamo invasi dai turisti») e fa il confronto con la sua città: «Catania ha capito per prima l'utilità di sfruttare l'estate perché non tutti vanno al mare. Sono questi i mesi in cui si lavora di più». Il trend è positivo, i turisti affollano le vie principali di Palermo. E questa è la ricetta degli operatori del settore per una città più a misura di turisti: «Basterebbe davvero poco».
Parlano gli operatori del settore che sta vivendo una stagione d'oro "Ecco cosa manca" Federalberghi propone di destinare l'imposta di soggiorno alla promozione all'estero
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