MANTOVA - San Nicolò è del Comune: l’area torna ai mantovani di Roberto Bo 07 agosto 2016 LA GAZZETTA DI MANTOVA
Il Demanio ha deciso per la concessione gratuita dei 25mila metri quadrati. La zona tra il lago e Fiera Catena è carica di storia: c’è l’antico cimitero ebraico
MANTOVA. «Dagli uffici mi dicono che le giunte che mi hanno preceduto ne parlavano già dalla fine degli anni Novanta. Noi in tre settimane e due giorni abbiamo chiuso l’operazione».
Gongola il sindaco Mattia Palazzi, soddisfatto al cento per cento per essere riuscito ad ottenere dal Demanio la concessione gratuita per l’area di San Nicolò, 25mila metri quadrati da recuperare che partono dalla sponda del Lago inferiore per arrivare a Fiera Catena.
Lì in mezzo ci sono secoli di storia: insediamenti paleocristiani e cristiani, il complesso militare di San Nicolò, il vecchio cimitero ebraico e ciò che resta di quello che fu il campo di concentramento del Gradaro.
E adesso che il Comune ha ottenuto la concessione?
Palazzi parte in quarta col ringraziare il direttore nazionale del Demanio, Roberto Reggi, e la dottoressa Soddu, direttrice dell’agenzia regionale, senza dimenticare sovrintendenza e ministero dei Beni culturali e l’assessore al demanio Buvoli. «Un'area preziosa della città torna nella disponibilità dei mantovani, abbiamo già diverse idee su come valorizzarla e siamo già alla ricerca dei partner e delle risorse per farlo. Stiamo seguendo una strategia ben precisa, riqualificare, valorizzare e collegare. La vittoria al bando europeo della scorsa settimana per il nuovo collegamento da Valletta e Porto catena e il ponte ciclo pedonale che realizziamo il prossimo anno permetteranno di collegare tutta l'area. Progettare le funzioni di quell'area sarà una sfida bellissima – prosegue Palazzi – sono molto contento che siamo riusciti in un solo mese a ottenerne la concessione. Ovviamente la finalità dell’area da recuperare è quella di darle una funzione pubblica e di interesse pubblico. Tra un mesetto saremo più precisi, al momento stiamo lavorando su alcune idee e progetti da legare a bandi nazionali o europei».
L'area di san Nicolò è una sedimentazione di secoli di storia. Lì, infatti, c'erano insediamenti paleocristiani (secondo la tradizione, vi fu martirizzato san Longino) e cristiani con la chiesa di san Nicolò e il convento dei frati di sant'Ambrogio ad Nemus, entrambi demoliti. Per non dimenticare il vecchio cimitero ebraico voluto dai Gonzaga e chiuso nel 1786 dagli austriaci, dove è sepolto Immanuel da Fano, una delle figure più importanti della cultura ebraica. Fino ad arrivare al 1943 quando quell'appezzamento diventò campo di concentramento. Il Comune vorrebbe recuperare anche i cinque capannoni esistenti per adibirli a contenitori dei musei sull'ebraismo, sulla cristianità, sulle deportazioni nazifasciste e sull'epoca asburgico-napoleonica (esiste una polveriera usata dagli austriaci e da Napoleone) e per dare spazio a espressioni dell'arte contemporanea. Un maxi recupero ora possibile dopo l’ottenimento della concessione.
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