Uffizi, ecco il percorso dei principini Valeria Ronzani Corriere fiorentino 17/8/2016
Galleria e Palazzo Vecchio uniti da ottobre, ma solo per i bimbi. E raddoppia il biglietto al Bargello
Uscio e bottega, si dice a Firenze per indicare la prossimità, ad esempio, dell’abitazione al luogo di lavoro. Sarà un uscio e bottega sui generis quello che coinvolgerà da ottobre gli alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria e le prime della secondaria di primo grado delle scuole fiorentine: per la prima volta il museo di Palazzo Vecchio e gli Uffizi saranno uniti in un unico percorso, attraverso il cavalcavia sopra via della Ninna, attualmente chiuso al pubblico (al momento c’è un ufficio, che ovviamente dovrà essere trasferito). Ogni lunedì, giorno di chiusura della Galleria, gli alunni verranno coinvolti in laboratori (ne sono previsti uno la mattina e uno il pomeriggio, durata stimata due ore e mezzo ciascuno) che da Palazzo Vecchio si concluderanno agli Uffizi. «Uscio e bottega. Residenza e galleria dei Medici nel Cinquecento» è infatti il nome che è stato dato al progetto nato dalla collaborazione fra il Comune di Firenze e le Gallerie degli Uffizi.
Non un vero percorso del Principe, il corridoio Vasariano ne è escluso, ma del Principino sì. «Quest’autunno i primi gruppi di bambini vedranno Palazzo Vecchio e gli Uffizi insieme in una maniera intima e diretta, senza pubblico e turisti intorno — ha dichiarato il direttore degli Uffizi Eike Schmidt — Nel giro dei prossimi due o tre anni ogni bambino fiorentino farà gratuitamente quell’esperienza unica e privilegiata che in passato era riservata ai soli figli dei granduchi e ai loro compagni di giochi». L’attività per le scuole è gratuita, a Palazzo Vecchio ci si immergerà nella vita dei Medici con la visita ai loro appartamenti e altri spazi reconditi, mentre agli Uffizi gli alunni beneficeranno del privilegio unico di godere dei tesori della Galleria a porte chiuse. Proprio come dei piccoli granduchi. Comprensibilmente orgogliosa la vicesindaca e assessora all’educazione Cristina Giachi: «È sempre un dispiacere, infatti, trovare le porte sbarrate tra due palazzi che invece anticamente erano stati uniti»».
A proposito di porte più o meno sbarrate, dal 1 settembre, come già ventilato da Paola D’Agostino, Direttrice del Museo del Bargello, aumenterà il costo del biglietto d’ingresso di alcuni musei afferenti al Bargello stesso. Quello del Bargello passerà da 4 a 8 euro, per il Museo delle Cappelle Medicee si passerà da 6 a 8, mentre per Palazzo Davanzati un rincaro del 300%, da 2 a 6 euro. D’altronde i problemi per allineare la fruizione di questi musei ai maggiori della realtà fiorentina, di cui il Bargello stesso fa parte a pieno titolo, sono tanti. La stessa D’Agostino lo aveva denunciato in un’intervista all’Ansa del 9 agosto, iniziando dalla drammatica carenza di personale: «una carenza del 50 per cento, di cui il Mibact è ben cosciente». Questione delicata che la recente riforma ha contribuito ad acuire. Perché avere smembrato il Polo fiorentino, che centralizzava la gestione anche amministrativa dei musei cittadini, e aver dotato i più importanti di propria autonomia, comporta pure una duplicazione degli uffici che ne garantiscono la gestione. Proprio per dotare le nuove realtà del personale necessario, il Ministero ha avviato una procedura di mobilità volontaria. Tanto che pare che circa 30 unità abbiano chiesto di andare via dagli Uffizi. Per ora Schmidt tace, ma pare non averla presa troppo bene.
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