Firenze, Schmidt: "Isozaki, il governo decida si può fare anche un referendum" di GAIA RAU 18 agosto 2016 LA REPUBBLICA
Il direttore degli Uffizi a un anno dall’insediamento: "So di dover prendere decisioni impopolari"
Rivoluzione Schmidt, un anno dopo. Per il primo direttore tedesco degli Uffizi, uomo-simbolo della riforma Franceschini nominato nell'agosto 2015 in seguito a concorso internazionale, è tempo di tracciare un bilancio. "Assolutamente positivo - dice - perché non avrei mai pensato di riuscire a fare così tante cose. Il mio ruolo è fare delle scelte, e non è detto che piacciano a tutti. Del resto lo spirito di una riforma è portare dei cambiamenti, e questi possono anche essere impopolari". Ma è tempo, soprattutto, di guardare al futuro. Fra progetti già avviati e nuove sfide. A cominciare dal destino del Corridoio Vasariano, oggi sottoposto a un blindatissimo regime di visite guidate concordato con i vigili del fuoco, e per il quale potrebbe finalmente esserci una data di riapertura al pubblico, dopo la creazione di uscite di sicurezza e la rimozione dalle pareti - l'inizio dei lavori è previsto in autunno - della celebre collezione di autoritratti: "Sarebbe bello - dice Schmidt - poter inaugurare il "nuovo" Vasariano aperto a tutto il pubblico degli Uffizi il 27 maggio 2018, 25° anniversario della strage di via dei Georgofili", per "lanciare un grande messaggio di coraggio contro la mafia: il messaggio di un museo e di una città che si aprono e non hanno paura della criminalità organizzata". Quanto ai dipinti, spuntano tre possibili collocazioni, tutte all'interno del complesso museale: "Le sale dell'ex Archivio di Stato, dove ora è accolta anche la pittura barocca; gli spazi dove adesso si tengono le mostre temporanee, al pian terreno, oppure le sale blu dei pittori stranieri". Anche un'altra delle grandi ambizioni di Schmidt, l'eliminazione delle code all'ingresso del museo, sembra essere avviata a diventare realtà: "Col dipartimento informatico dell'università dell'Aquila stiamo elaborando un progetto, basato su un modello sociologico che tenga in conto flussi e abitudini dei visitatori, per ridurle drasticamente. Ma le scienze sociali sono scienze empiriche, non esatte: per i risultati, non possiamo prevedere date certe. Speriamo di vedere i primi già dalla prossima estate, e di entrare a regime nel 2018". Intanto, il museo è alle prese con vecchi spettri, come l'annosa questione della loggia di uscita dal museo su piazza Castellani progettata dall'archistar giapponese Arata Isozaki, vincitore di gara internazionale nel lontano 1998: "I lavori per i Nuovi Uffizi stanno procedendo e presto, nel giro di un anno e mezzo, due al massimo, arriverà il momento in cui dovremmo procedere alla sua realizzazione. Se qualcuno non la vuole più, dovrà metterci la faccia, ma anche i soldi: un risarcimento potrebbe far lievitare i costi di alcune decine di milioni di euro". "La questione - aggiunge poi Schmidt - dopo tutto questo tempo, non è più estetica, ma politica: spetta alla collettività, e ai politici al livello di governo". Ipotizzando, perché no, un referendum: "Considerato l'impatto che un inserto architettonico come la Loggia avrebbe in un punto così delicato del centro storico, è possibile ritenere utile al riguardo, anche una consultazione dei fiorentini".
Fra i problemi da affrontare, non mancano poi quelli amministrativi: "Siamo alle prese con la fusione in un'unica struttura di tutti i musei di Uffizi e Palazzo Pitti. E dobbiamo risolvere la questione della vigilanza, perché il ministero ha previsto una riduzione delle piante organiche ". Per Schmidt, tuttavia, è il ruolo stesso dei custodi a dover cambiare: "Senza dubbio siamo "sotto" di alcune decine di persone, ma, ancora più importante, sarà rivoluzionare il concetto della vigilanza. Come funziona adesso, è ottocentesca, con un uomo per ogni stanza, seduto a far niente, come una telecamera vivente: è poco gratificante in primo luogo per loro. Penso a un sistema di sorveglianza attiva: i custodi si muovono, pattugliano aree o opere più delicate, presidiano in movimento gli spazi. Ma danno anche informazioni ai visitatori, li accolgono, svolgendo un ruolo di valorizzazione e non solo di tutela". Il nuovo sistema, aggiunge, sarà potenziato dall'arrivo di "ricetrasmittenti e attrezzature tecnologiche per ogni singolo assistente in sala, e un programma di videosorveglianza con software innovativi |