SETTIS - «Vogliono cambiare la Costituzione perché protegge i diritti» Francesco Rossi 18 agosto 2016 IL TIRRENO
VENTURINA Il professor Salvatore Settis ha richiamato un pubblico notevole nella zona pedonale con l'incontro pubblico sul tema della riforma costituzionale. L'incontro, organizzato dalla lista civica Comune dei cittadini, doveva consistere in un'intervista da parte di Silvia Truzzi, giornalista del Fatto Quotidiano, al professore sulle ragioni per votare no al referendum costituzionale. In realtà, visto che entrambi hanno scritto un libro sull'argomento (il professor Settis "Costituzione: perché attuarla è meglio che cambiarla", la giornalista Truzzi, insieme a Marco Travaglio, "Perché No. Tutto quello che bisogna sapere sul referendum"), ognuno ha usato il proprio spazio per criticare il progetto di cambiamento della Costituzione. Secondo Settis, un progetto di modifica della legge fondamentale deve essere opera esclusiva del Parlamento, espressione della sovranità popolare, con il governo che si limita a prendere atto di quanto deciso, mentre nel caso attuale ci si troverebbe di fronte a una riforma scritta direttamente da Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. Si passerebbe, secondo Truzzi, da un testo normativo di significato chiaro a un altro di tipo tecnocratico, simile «ad un libretto di istruzioni sul funzionamento di un elettrodomestico». Critiche congiunte sono piovute sulla riforma del Senato, che non eliminerebbe il bicameralismo, in quanto la Camera Alta, non elettiva e con componenti degli enti locali, sarebbe chiamata a pronunciarsi in 23 materie e poi in tutti i casi di attuazione di leggi dell'Unione europea e nelle materie di competenza regionale. E' stato un incontro di contenuto più politico che tecnico, con il professor Settis che, pur negando di credere a un sistema in cui ci sono pochi attori che decidono le sorti del pianeta, ha di fatto avallato una simile ricostruzione quando ha attribuito a una relazione della società finanziaria J.P.Morgan il primo impulso verso la riforma della Costituzione italiana (che insieme ad altre avrebbe un'eccessiva inclinazione socialista, secondo quella relazione), che doveva consumarsi secondo "il piano A)", in cui alla riforma dell'articolo 81 della Costituzione (pareggio di bilancio) doveva seguire la riforma vera e propria votata dai due terzi del Parlamento, ma che poi, a causa di imprevisti, si sarebbe risolta nel "piano B)", che altri non sarebbe se non il "patto del Nazareno", che avrebbe richiesto però la consultazione popolare. Passando per un attacco al quotidiano Wall Street Journal, colpevole di aver pubblicato la relazione di J.P.Morgan, il professor Settis ha detto che «quello che sta accadendo è un fenomeno mondiale, in cui si ha concentrazione della ricchezza e pauperizzazione, con centralità della finanza, cioè denaro che produce altro denaro». Perché si vogliono togliere le briglie della Costituzione? Perché, secondo Settis, «la Costituzione protegge i diritti».
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