Un piano straordinario per la cultura. Ecco gli obiettivi di Renzi a Ventotene Marco Galluzzo Corriere della Sera 21/8/2016
Il progetto dovrebbe essere coperto dal programma di investimenti di Juncker
ROMA. Si va dai tempi della Brexit, con Parigi e Roma che hanno fretta di accompagnare Londra alla porta (e Berlino che invece tollera un check-out ritardato) a un ripensamento della governance della Ue, dei meccanismi di funzionamento dei Consigli europei. Dal lancio di un mega programma Erasmus ai primi esperimenti di una futuribile unione militare, sino alla proposta forse più innovativa: un piano straordinario per il recupero dei luoghi di cultura europei, un piano che sia fuori dalle strettoie del patto di Stabilità e dentro un ripensamento del programma di investimenti elaborato da Jean-Claude Juncker. L’agenda del premier
Nelle intenzioni di Matteo Renzi non potrebbe esserci un’agenda più ambiziosa. L’Europa è in crisi, la Gran Bretagna la sta lasciando, i tre leader più in vista dell’Unione trascorreranno insieme cinque ore, quasi interamente in navigazione, sull’incrociatore Garibaldi. Una breve tappa a Ventotene, lunedì pomeriggio, per rendere omaggio alla memoria di Altiero Spinelli, insieme agli spostamenti in elicottero, nel golfo di Napoli, renderanno il vertice fra il presidente del Consiglio, la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese François Hollande anche scenograficamente senza precedenti.
Gli incontri di lunedì hanno il compito di dare indicazioni, su come rilanciare la Ue, agli altri 23 Stati che a settembre saranno riuniti a Bratislava per un Consiglio europeo informale. Quanto gli appuntamenti di Ventotene e della Garibaldi saranno in questo senso produttivi lo sapremo nei prossimi giorni, ma di certo la carne al fuoco è tantissima, e riguarda anche direttamente l’Italia. Per discutere di cultura, crescita economica, sicurezza, giovani, difesa comune, intelligence, migrazione, bilancio comunitario, servizio civile europeo, il vertice vero si terrà a cena, nei saloni della Garibaldi, dopo l’incontro con i giornalisti. Il bilancio della Ue
Renzi è a caccia di una ristrutturazione del bilancio della Ue, che sia in grado di liberare più risorse per il Migration compact, lanciato proprio da Roma; più risorse per la crescita e gli investimenti (punto più difficile e sul quale sono previste le maggiori divergenze con la Merkel), per progetti di rilancio dello spirito europeo (Erasmus e servizio civile continentale).
Su molti punti Parigi, Berlino e Roma sono vicini, su altri meno: l’obiettivo della nostra diplomazia è riuscire a produrre dei cambiamenti concreti nelle politiche europee che possano essere presentati insieme alle celebrazioni, altamente simboliche, del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, nel marzo del prossimo anno. La sicurezza
In tema di sicurezza è condiviso al momento un embrione di percorso fondato sulla mutualizzazione delle risorse, sulla collaborazione, ed eventuale integrazione, di alcuni corpi speciali, sui primi esperimenti di battaglioni comuni di forze armate.
E questo insieme alla possibilità di una maggiore e concreta collaborazione fra i servizi segreti dei tre Paesi, secondo una schema di implementazione dei progetti che sarebbe fondato su blocchi di Paesi che sono d’accordo, senza attendere l’assenso di tutti i Paesi della Ue. La manovra
A bordo della Garibaldi, che per ora è flagship della missione europea Sophia contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, è ovviamente previsto che si discuta anche delle prospettive di bilancio del nostro Paese: tutto si lega, e l’ipotesi di una manovra in deficit ulteriore rispetto a quanto finora concordato con Bruxelles sarà argomento che incrocerà gli altri temi in agenda. Ovviamente per Renzi sarà anche una vetrina: il valore diplomatico del vertice, un inedito con questa formula prima di un Consiglio europeo, colloca il nostro Paese in maniera stabile nel gruppo di guida della Ue. In tema di migrazioni, sei mesi fa, siamo riusciti a suggerire un’agenda alla Commissione europea; il piano straordinario per la cultura, secondo la filosofia renziana che un euro investito nel settore ha ricadute anche in termini di sicurezza e prevenzione, potrebbe costituire un bis.
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