Pompei senza piano d’emergenza. Il sindaco: «Ho ereditato i ritardi» Roberto Russo Corriere del Mezzogiorno 28/8/2016
In Campania sono oltre cento i Comuni che devono ancora approvarli
NAPOLI. No, proprio Pompei no. Almeno nella città incenerita dalla furia del Vesuvio, nel 79 dopo Cristo, uno si aspetterebbe che il Piano di emergenza comunale (Pec) fosse pronto chissà da quanto tempo. E invece no. Non esiste, non ancora. Eppure al mondo non c’è luogo simbolico comparabile a Pompei per contemporanea bellezza e vulnerabilità. Qui dove le nubi ardenti del vulcano più temuto nell’ orbe terrarum seminarono morte e devastazione, 1937 anni dopo Plinio il Vecchio ci troviamo ancora ad attendere che il piano di tutela multirischio venga approvato dal consiglio comunale. Dovrà poi essere trasmesso alla Protezione civile regionale la quale, a sua volta, dovrà informarne il Dipartimento nazionale. Lo prescrive una legge: la n.100 del 2012.
A dire il vero, come ha scritto ieri il Corriere del Mezzogiorno, sono almeno altri cento i Comuni campani ancora inadempienti, quattro anni dopo l’entrata in vigore della norma. Molti si trovano in aree a elevato rischio idrogeologico. Ma il caso di Pompei lascerebbe di stucco anche il più disilluso dei burocrati.
Nando Uliano, da due anni sindaco democrat della città mariana, è un fiume in piena e non si nasconde dietro un dito: «È vero, il piano non c’è ancora — dice — certo, potrei chiamare in causa i miei predecessori perché avrebbero dovuto provvedere loro e non lasciarmi questa eredità. Ma non voglio lanciare accuse a nessuno, io sono uno scout, quindi preferisco lavorare più che polemizzare».
E dunque? «Proprio ieri mattina ho inviato una nota alla Regione e ho spiegato quello che stiamo facendo, perché certamente siamo in fase molto avanzata. Ho già detto ai miei assessori e ai funzionari che occorre lavorare senza risparmio per completare gli adempimenti. Non c’è un minuto da perdere. I tempi? A settembre approveremo il piano».
Uliano sottolinea come stia tentando di mettere «ordine, sicurezza e decoro» in una città dove per fortuna i turisti continuano a prendere d’assalto gli scavi, «solo ieri abbiamo avuto un centinaio di pullman di visitatori sbarcati da cinque navi da crociera». Il primo cittadino però si dice anche molto deluso dal suo partito: «Il Pd mi ha lasciato in prima linea a combattere con problemi enormi e quando ho bisogno di loro non mi appoggiano, al punto che sto pensando di lasciare perché a me sono i cittadini che mi conoscono e mi stimano».
In attesa di settembre restano sul tappeto i problemi della sicurezza e della prevenzione dei disastri. Proprio a causa dei ritardi di oltre cento Comuni, la Regione non ha ancora potuto trasmettere alla Protezione civile le informazioni richieste dalla legge. La Campania ha così collezionato un altro primato poco invidiabile: è l’unica regione a statuto ordinario a non aver ancora adempiuto.
Dall’ente di Santa Lucia sono partite già decine di lettere di sollecitazione ai Comuni che non hanno approvato gli attesi piani, altre ne partiranno a settembre. Il termine ultimo per mettersi in regola è il 31 marzo 2017. Entro quella data i Comuni che non avranno approvato gli strumenti di prevenzione e intervento dei rischi, dovranno rinunciare ai finanziamenti: 14 milioni di fondi europei stanziati dall’ex assessore regionale alla Protezione civile Edoardo Cosenza.
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